Quel mega-ponte sullo Stretto che sarebbe piaciuto a Marinetti
«Il ponte sullo stretto? A Marinetti sarebbe piaciuto tanto»: Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, da Reggio Calabria annuncia la partenza di una grande mostra itinerante sul Futurismo per celebrare il centenario del movimento. E non è un caso che a tagliare il nastro dell'evento culturale sia la responsabile di questo dicastero e lei stessa il più giovane ministro della storia della Repubblica: «Il Futurismo - afferma - lascia una importante eredità alle nuove generazioni: è stata l'ultima grande avanguardia culturale italiana del '900. Ed era composta tutta da giovani». La mostra «L'idrovolante di Marinetti» prenderà il volo il prossimo 20 marzo da Cagliari, si sposterà poi a Brescia e infine atterrerà a Reggio Calabria, città natale di Umberto Boccioni. In primo piano gli aspetti meno conosciuti e studiati del movimento culturale che pubblicò il suo manifesto parigino nel 1909. In esposizione stimoli per tutti sensi: per la vista e il tatto c'è l'editoria futurista con i manifesti, le pubblicazioni e le rilegature in latta e bulloni. Ci sono poi le immagini «fotodinamiche» di Anton Giulio Bragaglia e l'Officina futurista con 25 tavole inedite del pittore-poeta Fortunato Depero. Per il gusto e l'olfatto saranno preparate le specialità della cucina futurista con le provocatorie ricette contro il «quotidianismo mediocrista dei piaceri del palato». E poi un'intera sezione per la danza e la musica futuriste. Un occhio speciale è riservato alla moda e per invitare i giovani alla partecipazione c'è anche un concorso rivolto agli studenti delle medie e delle superiori di Reggio Calabria, sotto l'attenta regia del sindaco più amato d'Italia, Giuseppe Scopelliti. «Quel movimento - ha affermato il ministro Meloni - rappresenta il simbolo del protagonismo di una generazione e dimostra che per il nostro tempo dobbiamo costruire qualcosa, prendendo il patrimonio del passato e portandolo arricchito verso il futuro. L'insegnamento che il Futurismo lascia alle giovani generazioni è quello di essere protagonisti nel proprio tempo. La crisi della quale tanto parliamo oggi può essere superata con lo spirito futurista». Delle gravi colpe di generazioni di sedicenti intellettuali che, per mezzo secolo e più, hanno ignorato questa fondamentale corrente culturale, Giorgia Meloni non vuole parlare più di tanto: «Certo che ci sono responsabilità quando si vuole recidere una parte della cultura nazionale - afferma - ma non voglio fare polemiche, è ora di chiudere con il passato. Il tempo è galantuomo, dimentica le questioni politiche, l'Italia sta diventando una nazione più matura».