Fiorello, il Telenauta re Mida dell'audience
{{IMG_SX}} Manca solo di vederlo comparire accanto a qualche signorina discinta, nottetempo, o a un banditore d'aste nelle emittenti ad audience zero. Ma il più è fatto: Fiorello ha inventato una nuova forma di ubiquità, mediatica e anche vagamente medianica. Si è tuffato in un buco nero inesplorato, ha attraversato diagonalmente canali e campi magnetici, affrontati i vortici delle correnti pubblicitarie, e ne è uscito vivo. Anzi, ormai immunizzato dai diktat imposti dai tycoon e dagli azionisti del piccolo schermo, si avvia a una sorta di invulnerabilità: emendato dalla nevrosi dell'audience, non si schianterà sul satellite, né rischia di finire esiliato a vita sui network terrestri, che non vedono l'ora di riportarselo a casa. Adesso è ovunque, Sky lo accoglierà dal 2 aprile, in futuro chissà. La sua minaccia: «L'anno prossimo andrò a Retequattro, dove saremo solo io e Chuck Norris». Per promuovere il suo spettacolo teatrale (che andrà in scena dal primo aprile per tre mesi, tre giorni alla settimana dalla Tenda di Piazzale Clodio), Rosario il Telenauta ha smontato l'apparecchio televisivo scoprendo che non è affatto a due dimensioni, né a compartimenti stagni. La puoi osservare da qualunque lato e ci ritrovi la solita compagnia di giro: chi inquadrato di nuca, chi di spalle, o in collegamento solo audio, per un'incursione casuale o per un'ospitata prevista. Sono tutti lì dentro, e ben felici di starci, sopratutto ora che il giocattolo analogico sta per finire dal rigattiere. L'ultimo atto è stata la riconquista del cavallo di Viale Mazzini da parte del triumvirato Fiorello-Staffelli-Piroso: con l'intemerata del direttore del TgLa7 accanto ai due burloni è ufficialmente nata "Skraiset7", mentre pochi minuti prima il mattatore siciliano aveva imperversato sul Tg1, complice il servizio del sornione Mollica, che ne incensava le qualità di performer, «non importa dove appaia». Tutto questo all'indomani del boom di ascolti garantito dall'intermezzo fiorellesco a "X-Factor": un milione di spettatori in più (con uno share sopra il 17 per cento) rispetto alla routine del talent-show di Raidue, e tre giorni dopo l'inizio dell'offensiva del Nostro, non casualmente sul "Blob" di Ghezzi. Un caso senza precedenti di «video-spamming», come lo chiamano quelli che sanno. Il paradosso è che tutti sembrano indispettiti, e in segreto ciascun gode. Mediaset grida al tradimento per gli estemporanei spot girati da Bongiorno su Sky per lanciare il Fiorello Show. Quanto al sodale radiofonico Baldini, qualcuno sospetta (malgrado le smentite) che lo abbiano spedito alla "Fattoria" per separare l'inossidabile coppia. Ancora, lo stesso Rosario finge di piangere perché nessun inserzionista sembrerebbe disposto a esporsi per lui, dopo le ventilate ritorsioni dei concessionari di pubblicità, dalla Sipra in giù: eppure (come ha calcolato il "Sole") se il suo programma garantisse almeno 200mila spettatori a Murdoch, il rapporto costo-investimento degli spot si dimezzerebbe. Intanto la Rai - complice il vuoto di potere - si diverte a decretare un embargo di facciata sull'artista, ripetutamente violato. Attenzione sopratutto alla comparsata dalla Ventura: tra i due non era corso buon sangue. A ottobre Simona aveva inopitamente attaccato sia Fiore sia Bonolis, rei ai suoi occhi «di mancare rispetto ai telespettatori, perché possono permettersi di stare a casa e fare trasmissioni quando vogliono, mentre noi siamo artigiani, siamo come Paperino in confronto a Gastone: come se i patrizi sputassero sui plebei». Rosario replicò: «Ho visto quanto guadagna lei, proprio plebea non è». Era l'antivigilia delle manovre dei big: si mormorava del salto di Fiorello sulla piattaforma del futuro, mentre il buon Paolino andava studiando la percorribilità delle sue «offerte a progetto». I divi, insomma, avevano fiutato l'aria e compreso che, in attesa di un riassetto del sistema televisivo e nell'immediatezza di una guerra tra i network generalisti e lo «straniero» satellitare, l'unica era liberarsi da ogni vincolo contrattuale e sfruttare le contraddizioni del momento. Ecco dunque l'alleanza "Raiset" per Sanremo, con l'asse Bonolis-De Filippi-Carta, e la disponibilità diffusa a iniziative a 360 gradi, e ora Fiorello che gira il mestolo nella minestra "Skraiset7": pseudo-esiliato ma visibilissimo in televisione per quello che resta, in primis, uno show sotto il tendone. Tutti lo inseguono, perché l'Italia ha bisogno di riderci su (non è così anche per il solito Bonolis e perfino per Benigni?) e perché Rosario il Telenauta è un Re Mida degli ascolti. Lui però, dopo aver fatto saltare il banco dell'intrattenimento, si rifugia in una mezza nicchia per gli iniziati del decoder. Ha soggiogato il Paese, oggi gioca a nascondino. Piazzandosi dove tutti possono vederlo, temendone la fuga.