Braille, quando il coraggio diventa un'invenzione
Braillea soli tre anni perse l'uso dell'occhio destro, in poco tempo, a causa di un'infezione, perse anche il sinistro diventando completamente cieco. Braille non accettò il destino che la sua epoca riservava ai non vedenti, ovvero una vita da ultimi della classe, impiegati al massimo come impagliatori di sedie. Con genialità riprese un codice militare per la trasmissione di messaggi, basato su dodici punti in rilievo, capì che dodici erano troppi e li ridusse a sei. Nacque così, dal corpo a corpo tra sofferenza e genialità, l'alfabeto Braille. Per un non vedente, la lettura è esperienza tattile, sensoriale, la parola di Braille è parola in rilievo, plastica, tangibile. Della stessa natura è fatta la parola poetica, con lo stesso ardore tenta costantemente di riannodare l'uomo al suo orizzonte umano e reale. Con la stessa audacia, la poesia porta la parola nella tenebra, ed illumina, quando è vera. Daniele Mencarelli