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Lasciateli uscire, conviene

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Che polverone attorno all'idea del Cavaliere di levare la muffa ai due piacioni di bronzo trovati trentacinque anni fa nelle acque della Magna Grecia, restaurati e coccolati a Firenze, guardati come divi al Quirinale, quando Pertini con la pipa incendiava l'Italia ancora speranzosa. Tuoni e fulmini attorno all'idea di tirarli fuori, i Bronzi, dal Museo di Reggio Calabria dove giacciono in una sala lontana dall'ingresso, luci bianche e fredde, un pugno di visitatori al giorno, se va bene. Insomma, Berlusconi propone di portarli al G8 della Maddalena, una settimana soltanto, simbolo e compendio dei capolavori d'Italia. Ma il direttore del museo reggino, e soprattutto i sindacalisti della Cgil sbottano che no, i bronzi non si toccano, sono troppo fragili, la Calabria non può farne a meno. Mettono su un sondaggio nella regione che raccoglie il 94 per cento di contrari, ingorgano di niet Facebook. La questione puzza di strumentalizzazione politica. S'indigna contro l'idea Rosa Calipari (Pd), idem Minniti, ministro dell'Interno del governo ombra, calabresi entrambi. Il Tempo ha sentito altri due calabresi, nomi alti, fuori dalla politica, niente a che fare con il Cav e il suo partito. Walter Pedullà, decano dei critici letterari, di Siderno: «Se gli esperti garantiscono che trasportare le due statue in Sardegna non è rischioso, ben venga l'esposizione al G8. È l'occasione di attirare l'attenzione sui bronzi, sul museo, che è poco frequentato, e sulla Calabria. Un rilancio mediatico utile, che invoglierebbe tanti ad andarli poi a vedere a Reggio. Insomma, se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto: quante opere si spostano da un Paese all'altro? Dagli Usa arrivano le tavole di Giotto. E poi il prestito potrebbe essere scambiato con fondi per risistemare il museo». Dice Mimmo Calopresti, reggino doc, regista di film di impegno civile: «Ma insomma, facciamoli girare questi Bronzi. Sono patrimonio di tutti, rappresentano bene la Calabria. E basta con le gelosie campanilistiche, si trasporta il mondo. La mia è una regione inaccessibile, basti pensare alla fatica di percorrere l'autostrada da Salerno. Un giorno ho affrontato il viaggio, sono andato a vedere i Bronzi. Il museo era chiuso. Voglio dire che la mia terra deve aprirsi al mondo, esporre quelle due statue al G8 è un modo di farlo. Sa che cosa mi piacerebbe? Filmarlo, il viaggio dei Bronzi: da Reggio alla Maddalena. Sarebbe un documentario illuminante». E gli archeologi? A Eugenio La Rocca, sul fronte del no perché l'esposizione mancherebbe di un progetto scientifico, obietta Andrea Carandini: «Il progetto è bell'e fatto: si spieghi al mondo che cosa sono i Bronzi, si indaghi su nuove ipotesi. Dicono che sono stati sepolti sottoterra, adorati come i Dioscuri, poi passati al culto cristiano come santi Cosma e Damiano. Poi l'erosione delle coste li ha fatti ritrovare sott'acqua. Non è interessante partire da ciò? Se poi a Reggio non vogliono, se si oppone il museo che guadagna come una pizzeria, pazienza. In Italia ci sono tanti capolavori, al G8 se ne porterà un altro, a dar fama alla città dov'è normalmente esposto».

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