Vent'anni fa liberati dal Muro ma ai duri e puri manca la Ddr
Il Muro non è stato solo un simbolo, ma uno strumento di separazione per migliaia di famiglie ed un confine invalicabile per milioni persone. Al Günter Grass che ignora tutto questo e che non perde occasione per lamentarsi dei difetti della Germania riunificata, sostenendo che "ci sarebbe voluto più tempo per abbattere il Muro", ha fatto eco Ingo Schulze, scrittore "figlio" della Ddr. Per nulla avvezzo a guadagnarsi il pane di che vivere (ci pensava lo Stato, di cui era servitore), si è lamentato: "Con la caduta del Muro, Est ed Ovest sono entrambi scomparsi". Nostalgico, Schulze ammette come nella sua Dresda non si senta più a casa. A ricordargli l'infanzia sarebbe rimasto solo un murales sopravvissuto all'"aggressione" occidentale, uno di quelli "tipici della Ddr", precisa, "dove si vedono operai vietnamiti al lavoro". Ecco, in Vietnam, lì potrebbe sentirsi "a casa", magari a fare finalmente l'operaio. Il rischio è che ci si dimentichi dei protagonisti dei moti di libertà non violenti del 1989: le centinaia di migliaia di uomini e donne "semplici" (da qualcuno chiamati spregiativamente kleine Männer, "piccoli uomini"). Lo ha ricordato Joachim Gauck, già delegato alla guida della commissione federale per l'elaborazione degli atti della Stasi: "Sono i reazionari, poco importa se vestiti con camicie rosse o con camicie brune, a non sopportare che i "semplici cittadini" facciano la storia".