"I segreti delle mie donne"
Per questo venerdì verrà pubblicata la sua nuova raccolta di brani intitolata proprio «Le donne» che raccoglie le sue canzoni più famose dedicate all'altra metà del cielo. Giulia, Sara, Lilli, Lula. E ancora Claudia, Marina e Rosa. Sono tante le donne cantate nelle sue canzoni. Perché oggi Venditti sente il bisogno di dedicare un doppio cd all'universo femminile? «Perché alle donne devo tanto. Devo tutto. Questo disco è un ringraziamento alla mia fonte di ispirazione perenne. La mia educazione è andata di pari passo a quella delle ragazze, eravamo alleati rispetto al mondo cattivo che ci prendeva in giro». Perché il mondo era cattivo con lei? «Perché da bambino ero molto grasso e il mondo maschile era spietato con chi era come me. Le ragazze della mia età, invece, mi stavano vicino e mi rassicuravano perché vivevano lo stesso mio disagio. Ho fatto un percorso di crescita simile a quello femminile». Nel bene e nel male quali sono state le donne più importanti della sua vita? «Innanzitutto mia nonna che è la Sora Rosa cantata nella prima canzone che ho scritto. Poi mia madre che ha letteralmente devastato la mia vita». In che senso? «Per lei ero una nullità. Non ha mai condiviso nulla di quello che ho fatto. Mi metteva in guardia da tutto, in particolare dalle ragazze che frequentavo. Mi diceva che erano un poco di buono. Mi ha reso la vita molto difficile». È mai riuscito a parlare con sua madre dei vostri problemi di relazione? «La verità è che la devo ringraziare ancora oggi perché il suo atteggiamento mi ha sempre stimolato. A Natale pubblicherò il mio primo libro ispirato a una frase che lei mi diceva sempre "L'importante è che tu sia infelice". Poi si correggeva ma secondo me il senso era proprio quello. La sua morte mi ha liberato dall'oppressione e ora sono finalmente libero di amare le donne che oggi vivono un momento di difficoltà. I loro ruoli nella società andrebbero santificati». Cosa intende dire? «Penso, ad esempio, a quello che è successo a Eluana Englaro. Deve essere fatta martire, cioè testimone. Testimone di uno sbaglio, di qualcosa che poteva accadere ma non è avvenuto. Con lei abbiamo vissuto il giorno dell'errore che deve essere un esempio per tutti. Il ricordo di Eluana non deve passare. Sa molto di santità che non è solo cristiana ma anche laica e civile». Non ha ancora parlato delle donne che ha amato anche fisicamente. Glissa perché sono ferite ancora aperte? «Quando si scrive una canzone d'amore è perché la storia è finita e il sentimento si è trasformato in arte. Ho fatto così anche con Simona (Izzo ndr)». Qual è l'ultima canzone ha dedicato esplicitamente a Simona Izzo? «"Ogni volta" che è una specie di addio verso quello che poteva essere e non è stato. Ci sono stati momenti in cui io e lei potevamo tornare insieme ma ormai la nostra storia era diventata una canzone e io seguivo solo le note dell'arte».