Reality Reale, Vittorio Emanuele a "La Fattoria"
Bepi, Toni, Saro: quando ci si chiama nei campi bisogna andare per nomignoli, urlando al vento, e in fretta. Altrimenti il gregge scappa o prende fuoco il pagliaio. Ora immaginate i "contadini" mediatici alle prese con Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia: si perde tempo prezioso, e intanto quello si estenua a scoprire quanto sia secca la zolla sotto la vanga, o quanto inappropriato il concime sugli stivali dell'autoproclamatosi Re d'Italia, secondo il decreto scritto di suo pugno nel 1969, quando dichiarò decaduto dal trono l'esiliato padre Umberto II. Ma l'ipotesi di vedere "Vitti" alla "Fattoria" resta in piedi, per la segreta soddisfazione di tutti quegli italiani che più di dieci anni lo sentirono dire alla tv: «Giurare fedeltà alla Costituzione repubblicana? Questa domanda è una cazzata». Se ne è parlato in settimana, e oggi, in una intervista a "Sorrisi e Canzoni", Marina Doria prova a prendere le distanze dall'idea: «Figuriamoci se mio marito va in una "farm" in Brasile. Neanche per sogno. Non gli è mai passato per la testa di fare una cosa così. Di proposte ne riceviamo, di tutti i generi, ogni giorno.... E anche se fosse, ma vi pare che un principe di sangue reale possa fare una cosa così? Siamo matti?». Interrogativo sensato: peccato che la signora Savoia si fosse detta entusiasta - assicurano fonti vicine alla produzione del reality - di poter partecipare al programma in veste di opinionista, se il marito avesse accettato l'offerta di adoperarsi da metà marzo nel ruolo nel "fazendero" su Canale 5. L'appannaggio è di 500 mila euro, poca cosa rispetto ai 170 milioni richiesti un anno fa all'Italia come risarcimento per (quasi) una vita oltreconfine. Però, si sa. Il signor Vittorio (eccetera eccetera) di Savoia non ha ancora detto ufficialmente no allo show, anzi. A smentire la sua partecipazione, nei giorni scorsi, qualche "portavoce", che aveva parlato di «strumentalizzazione pubblicitaria che certamente non giova alla famiglia reale». La proposta di partenza era stata di Lele Mora, lui sì dato per certo alla "Fattoria", insieme a Marina Ripa di Meana, ad Alberto Brambilla sposato Pivetti, a Marco Baldini ("vedovo" di Fiorello) a tronisti ed ex Gf di contorno e forse alla rediviva (in tutti i sensi) Nina Moric. Dopo che quelli della "Fattoria" avevano preso gusto all'ipotesi di un mezzo sovrano zappatore e mungitore, e la mezza notizia aveva preso a diffondersi nei blog, ecco l'intrigo a palazzo: a mettersi di traverso sarebbe stato nientemeno che Emanuele Filiberto, preoccupato che la sortita del padre gaffeur in area amazzonica potesse oscurare le sue fatiche a "Ballando con le stelle": il ragazzo lì a zompettare tra quick step, merengue e cha cha cha pur di riaccreditarsi al primo valzer utile come principino cortese, e il genitore a fingersi mezzadro in bretelloni? Mai e poi mai, ha tuonato - riferiscono gli stucchi sabaudi - l'erede, reputando sconveniente l'ambiente bucolico dove Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro potrebbe finire per impantanarsi. C'è l'immagine della dinastia da riverniciare, dopo le grane del reuccio dimezzato, che il pm Woodcock non ha smesso di tallonare: la richiesta di rinvio a giudizio nell'inchiesta sulle macchinette mangiasoldi sarà esaminata a Potenza, il 25 corrente mese. Quando gli revocarono gli arresti domiciliari, due anni fa, mantenendo allora il solo divieto di espatrio, Vittorio IV sbottò: «Se uno è in cerca della giustizia, alla fine la trova. La vita, a volte, è davvero molto strana: ho atteso 56 anni per rientrare in Italia, e ora non la posso più lasciare». Ai suoi occhi, il dilemma è grave: tra un temporaneo nuovo esilio nel Brasile esotico ed agreste, e più regale tacere e defilarsi. Perché, nel disperato tentativo di recuperare credibilità e simpatie tra gli ex sudditi, i Savoia hanno occupato le contee televisive: avevano mandato in avanscoperta Fabrizio, il maggiordomo bisex e codinato di Marina, nella casa del Grande Fratello. Poteva tornare utile per ordine e pulizie, ma il referendum popolare ne ha determinato la cacciata. Poi ecco "Fili" dalla Carlucci: nessuna debuttante da far volteggiare nelle danze, ma quella satanassa della Titova. Ne sta uscendo vivo. Ora la tentazione di Vittorio fra le vacche. Perché il reality abbia marchio reale, anche quando puzza di letame.