Che Guevara non può piacere ai cristiani
Qualcosa del genere, forse, viene ispirato nel vedere come frutto dell'alacre lavoro editoriale di Mons. Ravasi, l'attuale "ministro" della cultura Vaticana, uomo di fini letture, di sicura fede e di grande audience sui media italiani. Il quale ha presentato di recente un suo ennesimo volume: "Breviario laico" tra il plauso di D'Alema e di Maroni. Si tratta di un rifacimento di un vecchio libro con lo stesso titolo di Luigi Rusca. Il quale aveva però composto il suo breviario (una frase al giorno) con frasi di autori religiosi. Invece, Mons. Ravasi spazia dalla Bibbia a Che Guevara. Il che avrà fatto trasalire più di un cattolico, che ricorda che al "Macellaio" (questo il soprannome del Che nelle 300 carceri che fece costruire a Cuba) siano da ascrivere oltre alle condizioni disumane di quelle carceri e ad alcune documentate fucilazioni di massa, anche l'uccisione di 130 preti cattolici. Avrà pure detta qualche frase intelligente, il Che, ma da qui ad accostarlo ai Profeti suona un po' bizzarro.