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dall'inviato Dina D'Isa BERLINO Nella 59esima edizione ...

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A fare compagnia al nostro unico film nazionale, è stato presentato ieri in concorso anche "Ricky" di Francois Ozon, storia surreale di un bambino al quale spuntano le ali. Costretto a letto da un'indisposizione, Olmi non era presente ieri a Berlino, ma è stato raggiunto telefonicamente dai giornalisti, per raccontare il suo lungo lavoro, prodotto da Carlo Petrini di Slow Food, Gian Luca Farinelli della Cineteca di Bologna e Beppe Caschetto della ITC Movie, in collaborazione con Rai Cinema. Olmi, come è nata l'idea di questo film che comincia con i versi delle Georgiche di Virgilio lette da Omero Antonutti e si conclude con la vecchia hit (Un albero di 30 piani) di Celentano, suo amico ecologista? «Tutto è iniziato nel 2006, con il grande raduno Terra Madre, a Torino, ideato nel 2004 da Carlo Petrini che raccoglie, come è accaduto nel 2008, 150 Paesi tra contadini e pescatori che portano il loro contributo a difesa della biodiversità. Io all'epoca ero tra coloro che non conoscevano la solidale unione tra le Genti contadine. Uomini e donne che nelle loro terre ancora resistono ad una politica di sfruttamento esasperato e devastante dei suoli fertili, unica risorsa per il cibo di tutti i popoli. Una testimonianza eroica di leale alleanza con la natura». Cosa lega i contadini alla terra? »Anche il contadino vuole guadagnare, ma il suo attaccamento alla terra è soprattutto un atto d'amore e di rispetto. Mentre i contadini sono assediati dalle grandi imprese il cui scopo è nel profitto e noi cittadini metropolitani viviamo inscatolati nelle città. Perché la mamme non la smettono di dare quelle orribili merendine industriali ai loro figli? Meglio una fetta di pane, burro e zucchero: sarebbe già una piccola cosa per salvare il mondo. Quella di Slow Food è anche una rivoluzione politica. Ci raccontano solo bugie quando parlano di cibi genetici, sono cose criminali». Lei esorta ad una battaglia... «Si sta facendo della civiltà tecnologica un uso sconsiderato. A stare meglio sono i Paesi con minore sviluppo economico che hanno condizioni migliori del terreno, mentre in Occidente la fertilità non c'é più, è stata sostituita dalla chimica». Quali sono i suoi prossimi progetti cinematografici? «Sto lavorando ad un altro documentario sui vini della Valtellina, "Rupi del vino" e continuerò ad interrogarmi sul perché le leggi europee continuino a premiare la quantità invece della qualità. Tra le cose da sostenere c'è poi il progetto Milano 2015, l'idea di attrezzare aree agricole molto ampie intorno al capoluogo lombardo con un'agricoltura controllata e rispettosa della natura: così, la gente potrà andare direttamente dal contadino ad acquistare i suoi prodotti».

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