OPERAZIONE VALCHIRIA, di Bryan Singer, con Tom Cruise, ...
Tra i più noti quello, fra il '43 e il '44, organizzato nei minimi dettagli da alcuni alti esponenti dell'esercito tra cui il colonnello Claus von Stauffenberg, anche quello, per un seguito di circostanze avverse, destinato all'insuccesso e subito seguito dall'uccisione dei partecipanti. Un personaggio, von Stauffenberg, eroico ed indomito, degno di simpatia anche anche perché quell'attentato l'aveva organizzato non per avere più potere ma per difendere, con un vero e proprio colpo di stato, l'onore dell'esercito tedesco infangato dal nazismo. Hollywood non poteva non guardarvi con interesse soprattutto quando Tom Cruise, che desiderava interpretarlo, si disse subito con entusiasmo della partita. Ed ecco così il film di oggi che, per certi risvolti delle sue cronache, non ha convinto gli storici, soprattutto quelli, in Germania, più informati, ma che ha una tale vitalità e una forza, sia dal punto di vista narrativo, sia da quello drammatico, da ottenere senza fatica i consensi maggiori. Il testo lo ha scritto uno sceneggiatore di solidissima esperienza, Christopher McQuarrie, e la regia se l'è assunta Bryan Singer che proprio con McQuarrie aveva realizzato quel film di forte impatto che era, nel '95, "I soliti sospetti", rifacimento abilissimo di un film di Orson Welles del '55, "Rapporto Confidenziale". Prima il piano per l'attentato, poi, via via, le varie adesioni degli ufficiali antinazisti, quindi la sua attuazione con la fine tragica di tutti. Temi noti, una conclusione già letta nei libri, qui, però, così carica di tensione e di affanni che lo spettacolo conquista e si fa seguire come una novità assoluta. Per i caratteri di tutti, e non solo quello del protagonista, incisi a tutto tondo, per l'evolversi dell'azione ritmata con affannatissime cadenze, in cornici cui, ad ogni svolta, la regia e gli interpreti (quasi tutti europei) danno con impegno sempre sapori autentici. Seminando ansie ed angosce senza mai una forzatura. Al centro, appunto, Tom Cruise. Ringiovanito, ma asciutto, saldo deciso. Con una recitazione che tanto più è efficace quanto più privilegia la misura. Spesso all'insegna dei silenzi. Pur nelle concitazioni del dramma.