«A pugni contro il cancro»
Il proprietario mi regala una chitarra. Incomincio a canticchiare le canzoni napoletane. È stato un successo. Sono poi andato ad Amburgo, a Monaco a Palm Beach. Viaggi lunghissimi con tanti desideri e sogni e con i treni che andavano molto lentamente. Non abbandonavo mai il desiderio di cantare». E poi... «Insieme ai miei fratelli ho aperto un locale all'Isola di Capri, la mia isola, la mia terra, son tornato. Il "Guarracino" era molto frequentato. Ma, sa com'è la vita, ho divorziato dai miei fratelli. E mi son buttato con tutto il cuore in "Anema e core", ho rinventato le melodie napoletane. Oggi lavoro con un'orchestra numerosissima. Tutti ballano in modo scatenato sulle note di canzoni napoletane riarrangiate proprio da me». E la vita le ha regalato anche qualcosa di molto triste? «Sì, era la fine del 2005: ho scoperto di avere un tumore del sangue. È stato terribile. Mi hanno sempre confortato i miei due figli. E ce l'ho fatta». Cosa sente di dire agli altri? «Non bisogna avere paura. Mi son detto: ok, sono malato, il cancro è un pugile avversario che è salito sul ring della mia vita, io devo abbatterlo a cazzotti». E la prima sera, tornato a «Anema e core», come la ricorda? «Era il 4 agosto 2006 è stato tutto molto commovente. Mi hanno cantato una canzone: "Passione", piangevano tutti. Viva la vita, viva la musica».