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Insieme per ricordare l'arte del musicista

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Roma e il suo Auditorium ricorderanno l'arte di Faber questa sera alle 21 in Sala Sinopoli dove si incontreranno artisti e musicisti che lo hanno conosciuto direttamente e hanno suonato con lui. Su tutti Nicola Piovani e Mauro Pagani, intervistati sul palco da Gino Castaldo e Ernesto Assante. In epoche diverse, i due musicisti hanno collaborato con Faber. Due personaggi di primo piano della storia della musica italiana, compagni di viaggio di De Andrè in avventure musicali importantissime e collaboratori preziosi che hanno impresso alla musica del grande artista ligure un personalissimo e inconfondibile tocco di genialità. Piovani è stato coinvolto da De André all'inizio degli anni Settanta come coautore di due album: «Non al denaro, non all'amore né al cielo» e il successivo «Storia di un impiegato». Anche Mauro Pagani ha visto un importante punto di snodo della sua carriera nella collaborazione con Fabrizio De André, col quale ha composto gli album «Crêuza de mä» nel 1984 (inserito da David Byrne tra i dieci dischi più importanti del decennio in tutto il mondo) e «Le nuvole» nel 1990, lavori in cui si è occupato anche della produzione. Quella di oggi sarà una serata dedicata alla musica, ai pensieri e al ricchissimo lavoro di De Andrè. Al pubblico della Sala Sinopoli verranno presentate immagini e parole dell'artista, ripercorrendo le tappe essenziali di un percorso lungo e affascinante nella canzone d'autore e nella poesia: un viaggio iniziato negli anni Sessanta e arrivato fino agli anni Novanta attraverso una straordinaria progressione ideale e sonora. Ma ci sarà anche un altro omaggio a De Andrè, quando sul palco della Sala Sinopoli salirà il quintetto di Stefano Di Battista, con Rita Marcotulli, Giovanni Tommaso, Fabrizio Bosso e Roberto Gatto, per un concerto che avrà come filo conduttore alcune delle più belle canzoni del cantautore genovese, tra le quali una bellissima versione del brano «Ho visto Nina volare», arricchito dalle voce stessa di Fabrizio De Andrè. Per chi lo ha amato e per chi non finirà mai di scoprirlo.

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