«Con Smith sfido Hollywood
Il regista italiano alla sua seconda opera con Will Smith (dopo «La ricerca della felicità»), vuole lasciare Hollywood per rimanere un po' in Italia, almeno fino ad agosto, dove sta scrivendo «Baciami ancora», sequel de «L'ultimo bacio», con lo stesso cast di dieci anni, fa che racconterà le evoluzioni degli stessi personaggi, tra crisi familiari ed esistenziali. Per il regista è pronto anche un film da girare in Usa, «What to know about love», prodotto da Procacci, ma ora è completamente immerso nel suo film con Smith, «una storia d'amore estrema, un po' alla Shakespeare e anche un racconto di redenzione che nasce sempre attraverso l'amore - ha spiegato Muccino, ieri a Roma -. È stato un film difficile e rivoluzionario rispetto allo spirito hollywoodiano, perché riesce ad emozionare il pubblico in modo profondo. Ma nello stesso tempo è un film scivoloso e pericoloso, che ho potuto fare solo grazie alla forza di Smith: per me è una sorta di arma segreta. Il film ha incassato in Usa 61 milioni di dollari (ed è costato 55), è piaciuto ma è stato anche molto criticato, perché per loro è una storia troppo manipolatoria e induce la gente a commuoversi. I critici hanno massacrato soprattutto Smith, tacciandolo di essere seguace di Scientology come Cruise: in realtà, credo che la gente sia invidiosa e non perdona a Will il suo successo. Io so solo che un film così in Italia non sarei mai riuscito a girarlo. In Usa si possono realizzare film incredibili, ma il mio approccio cinematografico resta europeo perché gli americani sono in genere troppo prevedibili e spesso banali. Rimarrei davvero choccato se "Gomorra" non fosse selezionato agli Oscar». Con Muccino c'eramo ieri anche la bella Rosario Dawson (che ne film interpreta Emily, ragazza cardiopatica di cui il protagonista Ben/Smith s'innamora perdutamente) e Will Smith, che per la prima volta anima un personaggio cupo: dopo aver provocato la morte di 7 persone (moglie compresa) in un incidente automobilistico, decide di percorrere un insolito cammino di redenzione. «Per la prima volta mi sono calato in un personaggio che non mi attirava, che sentivo estraneo. Persino mia moglie mi ha visto nel film e mi ha detto: "mai più!". Così depresso non le piacevo. Se non ho mollato è stato grazie alla perseveranza di Gabriele che è riuscito anche stavolta a spingermi verso direzioni nuove», ha confessato Smith anche produttore del film. Mentre la bella Rosario, favorevole alla donazione degli organi (una delle tematiche più forti del film), ha svelato che «Will era molto imbarazzato ad affrontare per la prima volta una scena di sesso con un'attrice che non fosse sua moglie. Rimandava sempre questa scena , alla fine mi sono anche posta il problema che dipendesse da me, magari avevo l'alto cattivo. Invece Will temeva semplicemente di mancarmi di rispetto».