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Claude Levi Strauss: «I miei cento anni passati a studiare la vera natura dell'uomo»

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Molto si è scritto di questi film ma erano introvabili. L'anno scorso, all'Università di San paolo in Brasile, presso la Facoltà di Antropologia culturale, ho avuto la fortuna accedere alla cineteca dove giacevano le bobine di questi filmati. Traballanti confusi privi di montaggio ma straordinariamente espressivi e pieni di immagini esotiche, commoventi. Visibilmente emozionato Levi-Strauss mi ringrazia di cuore, prende il Dvd, e si ripromette di chiamarmi dopo averlo rivisto. Il giorno dopo lo chiamo e lui mi invita a casa sua. «Sono stati degli schizzi. Non certo dei film, ma mi ha fatto molto piacere rivivere quei momenti lontani, il mio soggiorno in Brasile». Claude Levi-Strauss, svizzero, di famiglia ebraica, ma residente a Parigi è costretto a emigrare a causa dell'antisemitismo che i tedeschi avevano imposto alla nazione francese: «Gli indigeni indiani, i Caduveo, - inizia a raccontarmi Levi-Strauss, chiudendo gli occhi per evocare i ricordi legati ai film dei dvd - erano in via di sparizione già alla fine del 1940 al Sud del Brasile, non lontano dalla frontiera col Paraguay, nella parte meridionale dello Stato del Mato Grosso, regione che ha sempre esercitato una forte attrazione sull'immaginazione: penso al romanzo "Mondo perduto" di Conan Doyle, da cui sono stati tratti vari film, anche "Jurassic Park" e tutta la saga del Colonnello Fawcett e, per ultimo, "Indiana Jones e il regno dl teschio di cristallo". Sulle due rive del Rio Paraguay si trova il Pantanal, la più grande palude dell'America e una delle più grandi del mondo, si estende su 500 km di terreno di cui i tre quarti sono inondati. Visti dal cielo, le parti che circondano i grandi fiumi che avanzano come dei serpenti casuali sulla terra rossa ricca di ferro danno uno spettacolo di gigantesche curve e meandri solo momentaneamente, in alcuni periodi, abbandonate dalle acque. Il letto del fiume, è circondato da una successione i archi pallidi, come se la natura, anche lei artista, avesse esitato a lungo prima di disegnare provvisoriamente il tracciato attuale del fiume, ma solamente se lo vediamo al suolo e lo rivedo in questo film, ancora come fosse oggi, il Pantanal esprime il suo andamento fantasmagorico su un paesaggio dove gruppi di animali si rifugiano, come su dei battelli fluttuanti, in realtà in cima a delle basse colline che sono riuscite a scappare dall'inondazione. Nello stesso tempo nelle lagune migliaia di uccelli formano una volta di piume, bianca e vermiglia, sotto gli spazi infiniti e su questo territorio paradossale gli indigeni Vuaicuru hanno lottato fino al XIX secolo, contro i conquistatori spagnoli e portoghesi. La struttura complessa della loro società guerriera con le distinzioni di casta fra nobili e schiavi aveva qualcosa di ieratico che evoca ancora oggi lo stile ricercato della loro arte grafica. In questa nazione un tempo potente la tribù dei Caduvea è una delle rare vestigia». E, tra i ricordi evocati dalle immagine del suo film amatoriale giovanile, così continua Claude Levi-Strauss: «Li ho studiati molto, e loro meritano di portare il nome di "buoni selvaggi", nel senso che si dava al termine nel XVIII secolo. La lezione che ci danno ancora oggi è quello di stato di natura come ci veniva dato allora. Emerge, rivedendo il film, per quello che riguarda le forze istintuali, che la maniera di dipingersi, ovvero la loro cosmetica indica un'indipendenza, una padronanza, senza dubbio molto superiore agli artifici e ai rimedi estetici dell'uomo moderno. Questa libertà sovrana di disporre del proprio corpo così riaffermata dall'arte primitiva indiana mette al confine il concetto missionario di peccato, confinando anche nel ridicolo, l'intento di definire demoniaco ciò che è selvaggio ed istintivo, che l'immaginario primordiale degli indiani Caduveo contiene». Così, Claude Levi-Strauss mi saluta calorosamente, ringraziandomi di avergli fatto ricordare per i suoi 100 anni una parte veramente selvaggia della sua gioventù. Buon compleanno Claude Levi-Strauss!

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