Addio Westlake, ineffabile scrittore di gialli
Donald Edwin Westlake, amatissimo scrittore newyorchese di cento e più libri, dai quali sono stati tratti quindici film, è morto la sera di Capodanno, per un infarto, durante un veglione in Messico, dove era in vacanza. Aveva 75 anni. Westlake ha iniziato a scrivere all'inizio degli anni '60, il suo romanzo di esordio è «I mercenari». Si contraddistinse subito per l'ironia, nei suoi noir pieni di personaggi cattivi, ma mai cattivissimi, con una ricerca delle manie, delle nevrosi, delle piccole follie di una società in continuo cambiamento. Tradotto in 20 lingue, in Italia è stato pubblicato nei Gialli Mondadori. Il suo personaggio più famoso, John Archibald Dortmunder, sul grande schermo interpretato da Robert Redford in «La pietra che scotta», del 1972, tratto da «Gli ineffabili cinque», è una sorta di ragionere del crimine, uno che calcola tutto, in maniera maniacale. E al quale va tutto immancabilmente male. In alcune annate ha pubblicato una tale quantità di libri che è stato costretto ad usare pseudonimi: Richard Stark, Tucker Coe, Samuel Holt e ha sempre scritto con la sua vecchia macchina da scrivere, alla quale, per tutta la carriera, non ha mai saputo rinunciare.