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E dall'ombra escono anche le stuprate dai russi nel '45

Anonyma

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Adesso un film riempie i cinema della Germania e accende dibattiti. Non perché è bello, anzi molti critici arricciano il naso, dicono che è farraginoso e prolisso. Ma perché racconta dei milioni di donne violentate nell'estate del '45 dai russi entrati a Berlino. Bottino di guerra, sfregio a Hitler da parte di altri despoti, di un altro dittatore. Il film si intitola «Anonyma, eine Frau in Berlin», è diretto da Max Färberböck, regista anche di «Aimée & Jaguar», un altro classico della Germania ai tempi della guerra. La protagonista è Nina Ross, star tedesca. Perché «Anonyma»? Perché è lo pseudomino dietro al quale si è nascosta l'autrice del libro dal quale è tratta la pellicola. E che riprende i diari di una giornalista, Marta Hillers, cocciutamente impegnata a scrivere sui suoi quaderni l'orrore di una Berlino occupata, non liberata. Sono passati più di sessant'anni, la verità torna a galla, il conformismo vacilla, si guarda in faccia la realtà. Può anche capitare che il più importante scrittore tedesco, Günther Grass, confessi di aver fatto parte, da giovane, e con convinzione, delle SS. Lui, una vita passata a sferzare, con la parola e con gli scritti, il nazismo. È successo due estati fa, e ha fatto scandalo. Ma è stato un altro passo sulla strada della coscienza identitaria. Li. Lom.

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