Un autentico falso d'autore datato 2030

Così Giampaolo Rugarli, poeta visionario e incantato, nella sua nitida e pietrosa malinconia di penombre, polemista impegnato a combattere ogni genere di sopraffazione, pronto ad attingere al suo estro creativo per dar forma alla finzione di uno "scartafaccio" manzoniano in cui dell'autore lombardo "ci sono il lessico, la sintassi, alcuni vezzi, ma i contenuti, proiettati verso un lontanissimo futuro, sembrano spettare a un burlone, a un dissacratore". Nasce allora «Storia dell'intelligenza infame» (Guida, pag.52), "autentico falso d'autore" nel quale si racconta, a partire dal 2030, il caso di un uomo accusato di aver propagato con i suoi scritti "intelligenza e dissenso". Protagonista è "tale" Garruli Gian Paolo, uno speziale di Milano che decide di fondare un "giornaluccio", intitolato "L'estrema unzione", fustigatore dell'intero universo dei mezzi mediatici. Immediata la reazione dei detentori del potere tra cui il cardinale Oliosanto e i parlamentari Rimanendo, conservatore, e la Riscossa, progressista, intenti, con tutti i mezzi, a zittire l'"iconoclasta" che continua a colpire i suoi bersagli: dopo la nefasta pubblicità ecco nel mirino anche la scuola, presa negli ingranaggi di "una gara di asineria tra corpo docente e corpo discente" e il sistema universitario, cresciuto in modo disordinato e carico di cattedre di "funeste scemenze". Intanto il dissenso, alimentato da un Garruli per nulla intimidito corre tra il popolo diffondendosi a macchia d'olio per l'"infelice terra d'Italia". Fra tanti stacchi, sospensioni, riprese, il filo rosso conduce la storia del "ribaldo" Garruli fino alla sua scomparsa dal mondo e alla sconfitta eredità del suo testamento. E culmina in quelle tre note in appendice che, scandite dal gusto dell'iperbole, vanno dal lodo Alfano a una lettera inviata da "Iddio in persona" al Papa Cannonante III e a un passo di diario in cui si esalta l'incantesimo del sogno. Esplorando la "sciagurata voglia di sapere e di ragionare", il racconto si imbatte nella cruda realtà del ritorno all'"aria di sempre", al conformismo, all'annullamento dei valori e a quel "segreto della felicità" insito solo nel non pensare.