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Giuseppe Pennisi Il barbiere di Stalin - è noto, anzi ...

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Nel saggio «Il Barbiere di Stalin - Critica del lavoro (ir)responsabile» (Università Bocconi Editore pp. 306), l'autore Paolo D'Anselmi, ingegnere diventato consulente aziendale e, successivamente, specialista di comunicazione e grande conoscitori della pubblica amministrazione, traccia, con penna brillante (in nove capitoli) un quadro dell'Italia di oggi in cui saremmo un po' tutti dei barbieri di Stalin. In altri termini, inseguiamo il nostro "particolare", senza darci peso delle sue implicazioni sociali. Gli esempi sono numerosissimi e spesso pure divertenti (anche se non mancano lungaggini - come nel lungo capitolo 4 sulla "politica che non conta" ed accenti che a volte possono sembrare qualunquisti- come nel capitolo 8 sulla "mistica della responsabilità"). Il libro non ha, però, la pretesa di essere un saggio sociologico con il quale aprire un nuovo sentiero alla disciplina. È un veicolo di divulgazione e di sensibilizzazione perché si sia tutti più responsabili nella nostra vita e soprattutto nel nostro lavoro quotidiano. A tratti ha il tono del predicozzo, con la bonarietà, però, del parroco di campagna. Nonostante questi limiti, è una lettura utile per chi voglia sapere qualcosa di più di uno dei nuovi miti della vita d'impresa: la "corporate social responsibility" (CRS), responsabilità sociale d'impresa (e la strumentazione, quale la redazione di "bilanci sociali" che l'accompagna). A volte, pure in buona fede, si commettono gravi errori in nome della CRS - la gestione prodiana dell'Iri e della stessa Alitalia ne sono casi di studio concreti. La CRS (e il bilancio sociale) vanno maneggiati con cura. La responsabilità primaria d'impresa è nei confronti dei propri azionisti a cui deve portare utili, nel rispetto delle norme e degli standard dei Paesi e delle collettività in cui opera. Naturalmente, se reca utile, buon senso vuole che ne faccia fruire tutti coloro che hanno contribuito al successo. Occorre evitare, però, quel "capitalismo renano" tanto amato da Prodi & Co., all'insegna di una co-responsabilità e di aziende considerate come ammortizzatori sociali (a spese di Pantalone) per i propri dipendenti.

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