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Massimo Ghini: «Che bello fare il clown»

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Massimo Ghini, è un periodo superlativo... «All'inizio ho avuto paura... a fare tante cose si rischia di diventare antipatici, ma l'anno scorso sono saltati tanti impegni e per questo quest'anno ce ne è stato un accumulo. Ma credo di essermelo anche meritato, ho combattuto tutta la vita per essere un attore a 360 gradi, in questo Paese senza memoria, e ora ho la fortuna di poter scegliere». Paese senza memoria, cosa vuole dire? «Da noi deve arrivare dall'America Tarantino a parlare dei nostri b-movie, per farli diventare dei film di culto. Ecco il nostro è un Paese che ha sempre una certa superficialità... poco attaccamento alla nostra storia». Come ha affrontato il personaggio del «Dottor Clown»? «Non abbiamo voluto aggiungere un altro medico ai tanti che sono sullo schermo, insomma, non è il dottor House, anzi, è il contrario. È la storia di un medico carrierista, sempre ben vestito che, ad un certo momento, passa un gran brutto quarto d'ora e cambia totalmente». Come ha affrontato questo cambio di personalità? «Con l'impostazione recitativa. È una sfida, spero che il pubblico lo capisca e lo apprezzi». E con Nichetti, sul set, come è andata? «Con Maurizio è stato bellissimo, mi fa impazzire: ha una grande tecnica, meticolosità, esperienza. Mi ha spiegato a lungo il personaggio. Abbiamo lavorato con armonia. Poi ho fatto un'esperienza che mancava nella mia carriera: la "clownerie", una cosa che Maurizio conosce molto bene». Sul set anche un'attrice con la quale ha avuto un grande successo... «Sì, la principessa è tornata: Serena Autieri. "Vacanze romane", recitato insieme a teatro, è stato un grande successo. Abbiamo avuto il tutto esaurito ovunque. Chissà se lo rifaremo». Il futuro? «Il Cyrano de Bergerac in teatro, un testo che adoro, voglio portare la poesia al grande pubblico».

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