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La Grecia è ridiventata la patria dei colonnelli. Dominata ...

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Certo, un ragazzo di 15 anni ha lasciato la sua vita sull'asfalto per responsabilità, già acclarata, di un imbecille in divisa peraltro tratto subito in arresto, ma da qui a tentare di accreditare un clima che dovrebbe ricordare quello della fine degli anni '60, ce ne vuole. Eppure bastano un po' di reduci del moribondo partito comunista ellenico, di no global in disarmo, di ambientalisti colorati di rosso e, quel che più preoccupa, centri anarco-insurrezionalisti legati ad altri movimenti terroristici continentali, per eccitare la fantasia dei rivoluzionari nostrani (non meno malmessi) e farli concludere, senza prove, che il premier di centrodestra Karamanlis sarebbe la fotocopia, magari un po' sbiadita, di Papadopulos. Potere dell'impotenza, si potrebbe paradossalmente dire. Dal momento che la sinistra europea finge di non comprendere che la Grecia, e non solo il suo governo, vuole solo ordine; come lo voleva la Francia quando esplosero le rivolte nelle banlieu parigine un paio d'anni fa. Intervenire da parte dei pubblici poteri è d'obbligo, in uno Stato di diritto, se la legalità viene minacciata, se gli odi elementari rischiano di travolgere la civile convivenza. Che cosa dovrebbe fare un esecutivo, tollerare la violenza fino alla distruzione di tutto ciò che si para davanti ai vandali? Non scherziamo. Le rivoluzioni sono cose ben diverse e non hanno niente a che vedere con situazioni come quelle che descrivono le cronache dal Peloponneso dove non è in corso una guerra tra istituzioni e popolazione, ma una incivile protesta, sfociata nella morte di un giovane ed in devastazioni, da parte di gruppetti di estremisti i quali ritengono di far sentire la loro voce, che la maggior parte della gente non vorrebbe udire, contro la recessione. Che l'opposizione greca chieda le dimissioni del governo, dopo quanto è accaduto, fa parte del gioco politico. Ma che le sinistre europee, e segnatamente (ripetiamo) quella italiana, si mettano a soffiare sul fuoco tirando fuori impropri paragoni tra l'esecutivo liberamente scelto dai greci e il regime dei colonnelli, è deprimente, pericoloso ed indice di uno stravolgimento della storia inaccettabile. Comprendiamo il disagio dei nostalgici delle rivoluzioni impossibili: sventolavano le bandiere rosse 40 anni fa contro i tiranni ellenici. Oggi, ingrigiti, cercano di rinsaldarsi con la giovinezza perduta immaginando un'impossibile rivoluzione che da Atene dilaghi per le contrade d'Europa. S'illudono, pateticamente. I fuochi della Grecia non scalderanno il loro inverno.

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