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In scena il meglio del cinema francese

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La provincia, una famiglia, la malattia, il Natale. Temi classici attorno ai quali Desplechin ha lavorato di fino, in equilibrio attentissimo fra amore e dolore, amarezza e ironia, suddividendo volutamente il suo testo in capitoli, un occhio, appunto, alla letteratura, ma facendo comunque sempre cinema. Si comincia in anni lontani, con un bambino che muore in tenera età per una malattia del sangue. Poi eccoci all'oggi, e proprio alla vigilia di Natale. Un padre e una madre ormai anziani. Attorno dei figli già adulti con rapporti difficili fra loro, a tal segno che una sorella, dopo aver soccorso il fratello in una disavventura finanziaria, gli intima di scomparire. Del resto è un po' la pecora nera della famiglia tanto che la madre gli dice in faccia di non averlo mai amato e lui la ricambia dello stesso disamore. Accade però che proprio questa madre venga colpita dalla stessa malattia che le aveva ucciso a suo tempo il figlio. Ora la si può curare con un trapianto di midollo e si dà il caso che l'unico in famiglia compatibile per la donazione sia il figlio male amato. Che non si tirerà indietro. Senza mai, comunque, un solo sospetto di retorica o, peggio, di sentimentalismi. Tra un via vai di personaggi ciascuno con i propri problemi e sempre in difficile rapporto con gli altri, fra scontri, rivelazioni, sorprese, dosati con accenti asciutti se non addirittura riservati e con modi di rappresentazione che, pur privilegiando la coralità, riescono sempre a farvi emergere in primo piano, senza mai squilibri, questo o quel caso, questo o quel carattere. Con un disegno preciso, anche se in apparenza solo sfumato, delle varie psicologie, evocate a tutto tondo grazie anche a uno stuolo di interpreti che ci propongono quanto di meglio sappia offrirci oggi il cinema francese in fatto di recitazione. La madre è, con raccolta misura, addirittura Catherine Deneuve, il padre è l'anziano ma coloritissimo Jean-Paul Roussillon, il figlio non amato, alla fine vincitore, è Mathieu Amalrio in una delle sue caratterizzazioni più intense. E così tutti gli altri. Quasi in gara fra loro.

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