Brass: «L'erotismo sono io»
Le mie origini sono alto borghesi perché mio padre, un avvocato famoso e grande oratore, era anche molto ricco». Cosa voleva suo papà per lei? «Desiderava vedermi avvocato come lui. Comunque ho avuto sempre buoni rapporti con lui e con tutta la mia famiglia». Da piccolo era già esuberante? «Sì, esuberante e molto vivace. La mia famiglia puritana non mi accettava con piacere. Mia madre ha dovuto cambiare tante donne di servizio proprio per la mia esuberanza e la mia vivacità». Ha qualche rimpianto? «Proprio verso mio padre, non ho mai chiarito le incomprensioni tra me e lui, ho sempre pensato di farlo un giorno, ma mio papà è purtroppo morto». E Carla Cipriani, la donna della sua vita? «Frequentavo Giurisprudenza, vivevo da solo e mi sono fidanzato con la sorella di Arrigo Cipriani, quelli della mitica locanda di Torcello, Carla. Con lei ho condiviso vita e lavoro per più di 50 anni. Non riesco ancora a vivere senza di lei. Mi ha regalato due figli stupendi. E Carla, mia moglie, è stata la mia musa e la mia prima collaboratrice. Lei sapeva sempre tutto di me. Eravamo due sensuali. Che cos'è la sensualità? «È il cemento di una coppia. Sul lavoro Carla mi ha sempre aiutato, ma non è mai intervenuta nel mio rapporto con le attrici. Un rapporto unico ed esclusivo». Ha lasciato Venezia per andare a Parigi? «Sì, dopo la laurea mi sono trasferito a Parigi per quasi cinque anni ed ho lavorato alla Cinémathèque Française. Ho cominciato a fare cinema molto serio. Ho frequentato autori di cinema bravissimi, la nouvelle vague francese, Truffaut, Godard, Chabrol e Roberto Rossellini. Fu proprio Roberto a volermi come aiuto nel film "Il generale della rovere"». E il suo primo film come regista? «"Chi lavora è perduto", film del '63. Per 20 anni il mio cinema è stato un cinema impegnato. "Salon Kitty", "Caligola" e tanti altri. Era il 1983... e... un grande successo ed un gran chiasso: "La chiave", film che ha rilanciato Stefania Sandrelli. Da allora mi son dedicato al genere erotico rosa». E ha lavorato con attrici bellissime... «Sì, Serena Grandi Debora Caprioglio, Claudia Koll, Francesca Dellera. Un genere erotico del quale penso di essere un autore di culto e a volte, a torto o a ragione, un emblema». Il suo rapporto con le attrici? «Sempre ottimo sul set, anche se dopo alcune hanno rinnegato la mia opera ed i miei rapporti cinematografici con loro». Un'attrice con la quale avrebbe voluto lavorare? «Marilyn Monroe». Il suo prossimo film? «"Ziva - l'isola che non c'è". Una storia d'amore ed un apologo insieme sulla vitalità e l'intelligenza delle donne. Un pamphlet contro la brutalità della guerra, una metafora per la speranza di un mondo diverso. Una protagonista eccezionale, un avvocato e psicanalista indiana, Caterina Varzi. L'ho conosciuta per lavoro e l'ho subito sognata come l'interprete ideale di un film che avevo appena scritto». Perché? «Perché il cinema è sogno».