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NEVER BACK DOWN - MAI ARRENDERSI, di Jeff Wadlow, con Sean ...

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Lo praticano giovincelli sportivi specialmente a livello scolastico, ma in mezzo ci sono anche dei violenti che vi coltivano soprattutto istinti sadici e il gusto della sopraffazione. Come puntualmente si verifica in una scuola della provincia americana dove, tra gli aspiranti campioni, c'è un giovinastro malvagio che vince tutte le gare lì organizzate privilegiandovi la brutalità più gratuita. Gli si oppone, quasi tirato per i capelli, un coetaneo dai modi invece gentili, orfano di un padre e con una madre che lo preferirebbe solo dedito allo studio. Va da sé che, alla fine, avrà il sopravvento, vincendo anche in amore e favorendo, per concludere, anche la soluzione di un problema familiare del suo bravo istruttore in quella cosiddetta «arte». Molta retorica, molti sentimentalismi. Un'azione che mentre permette alla regia di Jeff Wadlow di sfoggiare doti indubbie nella rappresentazione degli scontri, anche fuori dal quadrato e dalle gare ufficiali, gioca poi molte delle sue carte nel contrasto solito fra il buono e il cattivo, nella soluzione sempre prevedibile dei problemi di questo e di quello e nella proposta, non soltanto marginale, di immancabili presenze femminili destinate, nel finale, a diventare l'ovvia ciliegina sulla torta. Comunque un certo pubblico giovane saprà stare la gioco, specie se è abituato a farsi coinvolgere dai film sui pugili e da quelli sugli aspetti più svariati delle arti marziali. Gli interpreti, del resto, son lì per facilitare apertamente proprio questa sua adesione. Il cattivo (Cam Gigandet) con la necesssaria faccia da cattivo, il buono (Sean Farris), con la faccia da buono anche quando si infuria, la ragazza (Amber heard) con tutte le moine necessarie. Inutile, al genere, chiedere di più.

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