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Difficile ricordare un momento più torrido per Sir Paul Mc ...

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L'impressione è che il maggior contribuente del Regno Unito - record che detiene da molti anni, e con un grande senso civico della fedeltà, ovvero senza ricorrere a residenze estere coatte - voglia togliersi un po' di soddisfazioni. Non che non se ne sia già tolte abbastanza fin qui, visto che la sua quasi quarantennale carriera lo ha ripagato in tutto e per tutto, ma forse arriva un momento nella vita di un grande artista in cui il senso di appagamento non conosce limite. Sotto pseudonimo Mc Cartney ha cantato e suonato in «Electric Arguments», album dei Fireman, con il quale è tornato a collaborare con Youth (Killing Joke), con cui aveva realizzato cose prelibate anche negli anni Novanta. La voce è inconfondibile e anche tutto il resto riporta direttamente ai Beatles, o meglio ai primi album del Mc Cartney solista. Niente a che vedere con «Carnival of light», quei 13 minuti e 48 secondi di pura pazzia registrati il 5 gennaio 1967 nella session di «Penny Lane», loro grande successo. Mc Cartney doveva tenerci proprio tanto a questo sconclusionato brano inedito, visto che cercò di inserirlo in «Anthology», album raccolta del 1996. Quella volta si oppose George Harrison, che non trovava il materiale degno di pubblicazione. Ci riprovò nel 2002, proponendo l'inserimento del brano in un corto fotografico dei Beatles. Il progetto sfumò anche in quell'occasione. Si tratta di un brano in cui gli altri tre componenti del gruppo svolgono un ruolo molto marginale, a parte le urla in piena libertà di John Lennon e un accenno di linea melodica della chitarra di Harrison. Nelle intenzioni di Mc Cartney, il brano rappresentava una sorta di citazione di «musica concreta» alla Stockhausen, anche se in realtà prevalgono i guizzi psichedelici, per non dire deliberatamente lisergici, a cui il gruppo si abbandonava spesso e volentieri in quel periodo. Ma indipendentemente da ciò i fans hanno accolto alla grande «Carnival of light», a prescindere dal valore musicale, esattamente come fecero per gli altri due inediti venuti alla luce qualche anno fa, «Free as a bird» e «Real love». Rimasto di fatto da solo a tenere alta la bandiera dei Beatles dopo la scomparsa di John Lennon e George Harrison (mentre Ringo Starr è rimasto sempre un po' defilato, arrivando persino, come ha fatto qualche settimana fa, a pregare i fans di smettere di importunarlo su argomenti riguardanti il celebre gruppo di cui faceva parte), Mc Cartney si è rivelato abilissimo nel tenere alto il fuoco dell'interesse, per esempio riportando alla luce lo storico reperto in cui si attesta che Eleanor Rigby - titolo di una celebre canzone del gruppo del 1966 - è veramente esistita e faceva la donna delle pulizie a Liverpool all'inizio del secolo scorso. Mc Cartney, autore del brano (anche se Lennon ne ha sempre reclamato la metà), ha negato, sostenendo che si tratta di un personaggio di fantasia, ma intanto il documento è andato all'asta, dove è stato battuto per cinquecentomila dollari. Fortunatamente il denaro servirà a finanziare un centro di musicoterapia di Liverpool. La proverbiale diplomazia di Mc Cartney è stata meno efficace quando si è trattato di tenere un concerto a Tel Aviv, terra dove i Beatles vennero sconsacrati fin al 1965. Il suo errore è stato quello di essersi schierato con i palestinesi e immediatamente sono arrivate le minacce di morte di Al Qaeda. L'impegno di questo straordinario musicista è comunque notevole. Il pubblico conosce la storia dei Beatles e la sua in particolare, attraverso una serie di informazioni non sempre corrette e di prima mano. Ora il ruolo di Paul Mc Cartney è quello di ristabilire distanze e proporzioni. Del resto, come ebbe a dire tempo fa, «Ho come la sensazione che gli anni Sessanta stiano per arrivare. Come se per me, costituiscano un periodo del futuro, non del passato».

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