Giordano: «Farò un film sulla solitudine dei ragazzi»
Sono nata a Roma dove ho sempre vissuto e frequentato il liceo classico sperimentale al Virgilio, diplomata mi sono iscritta ad Architettura e mentre frequentavo l'università ho vinto un concorso per entrare all'Accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico. Ho lasciato l'architettura, ho scelto l'Accademia d'arte drammatica. Una scelta razionale, molto, e passionale, alquanto». La figura fondamentale della sua vita? «Mia mamma, involontariamente forse ha segnato il mio destino professionale. Avevo quattro anni e con lei frequentavo il Teatro dell'Opera, ho amato da piccolissima la lirica e il teatro. Volevo fare l'architetto, ho finito per percorrere il mondo dello spettacolo». Il primo provino? «Avevo 16 anni, li ricordo i provini. Poi un corso di drammaturgia con Eduardo». Si è sposata giovanissima? «Sì, avevo solo 20 anni, ora sono separata, il matrimonio mi ha regalato Tommaso che ora ha 20 anni. Sono innamorata pazza di mio figlio che è un artista, suona e compone musiche». Ha vissuto grandi storie d'amore? «Sì, l'amore è fondamentale. Ho vissuto stupende storie d'amore e ora non ho un amore ma tantissimi amici ed amiche e condivido con loro il viaggio della vita perfettamente». Tra vent'anni... «Vorrei vedermi senza capelli tinti, non rifatta e mi auguro sana e vivace. Andare sempre in motorino e viaggiare in compagnia del mio zaino, proprio come faccio ora. Mi piacerebbe vivere vicino al mare». Il lavoro le va bene? «Sì, l'ultimo spettacolo "Va dove ti porta il cuore" è molto seguito dal pubblico. Ho curato la regia e la riduzione teatrale. A gennaio un nuovo debutto: "Love", un'opera di Susanna Tamaro anche questa volta. Con Susanna ci troviamo benissimo sul lavoro». E poi? «Sto preparando un docu-film da girare tra pochissimo che ha per tema la solitudine degli adolescenti. Un tema interessantissimo, suggestivo e stimolante». Si pente di qualcosa? «No, faccio la vita che volevo fare e mi piace tantissimo vivere». Nella vita si finisce per avere solo quello per cui si lotta? «Sì, è proprio così. Si deve lottare sempre senza pensare al traguardo. E poi si arriva al traguardo e a volte lo si taglia vittoriosamente».