Dina D'Isa [email protected] Tra i film fuori ...
Nella pellicola, distribuita da gennaio da Movimento Film, spicca la commovente interpretazione della piccola Wiktoria Gasiewska. Per Wajda «un film del genere sarebbe stato impossibile farlo all'epoca dell'Unione Sovietica. Sarebbe stato folle anche solo pensare di farlo in quanto è uno dei segreti meglio tramandati e che ancora i Russi negano: dicono che la strage fu opera dei tedeschi. Ma dietro questa storia c'è la morte di mio padre e così sono davvero felice, alla fine, di essere riuscito a portare avanti questo mio film». Nella foresta di Katyn situata nei pressi della città di Smolensk, in Russia furono uccisi con un colpo alla nuca oltre 20mila inermi ufficiali polacchi per poi essere sepolti in fosse comuni. Il massacro fu rivelato dai nazisti in chiave antisovietica al momento dell'invasione della Russia nel '41, ma Mosca rigettò ogni responsabilità sull'esercito di Hitler. In «Katyn», film dedicato ai suoi genitori, Wajda ripercorre la storia di Anna (Maja Ostaszewska) una donna polacca in angosciosa attesa di sapere che fine abbia fatto il marito Andrzej (Artur Zmijewski) capitano di cavalleria. Ambientato tra il 1939 e il 1950, periodo in cui la Polonia fu occupata da Nazisti e da soldati del Soviet, nel film i polacchi risultano vittime degli uni e degli altri, perchè Hitler e Stalin, volevano la stessa cosa: annientare la classe intellettuale polacca della sua elite. Solo il 7 luglio scorso il tribunale municipale di Mosca, confermando la precedente decisione di una corte rionale, ha respinto la richiesta di riaprire l'inchiesta sull'eccidio di Katyn. Secondo i giudici, la competenza resta ancora del tribunale militare per la presenza di informazioni classificate come segreto di Stato, nonostante siano passati 68 anni, come ha spiegato Anna Stavitskaia, che difende i famigliari delle vittime.