Come perdere la strada
Ma anche il direttore più longevo della Rai, quel luogo che ai più è inviso per l'assai mal digerito canone o per le trasmissioni urlanti di politica dove conduttori e showman si scambiano sms sul senso del potere e sull'importanza di riportare il Palazzo alla vita a patto di non chiudere i portoni all'opportunità. La Porta, che rinnova il suo ufficio da quattordici anni, comincia a mostrarsi in tv quando gli altri vanno a dormire. Di notte. Legge versi e chiama il gioco: far parlare le emozioni mentre, intorno, nel suo studio, non tutti sempre lo comprendono come è facile notare concedendosi un pizzico di volgarissima malevolenza. Lui, a quel che si vede, se ne accorge, ma, essendo un dannato dell'amore senza leggi per ogni persona che la natura, Dio o chi per Lui ha messo sulla terra, ignora la defaillance, evita la banalizzazione e parla imperterrito ai suoi fedelissimi, in crescita come il popolo degli insonni. Ne conseguono lettere e confidenze intime, nel senso di celestiali passioni, che l'ascoltatore si sente libero di esprimere quando è più facile immaginare di non essere ascoltati mentre si scrive il diario più segreto. Nella notte. Il libro profuma di quest'aria soffusa ed esclusiva. Dà l'idea d'essere costato una grande fatica. Soprattutto perché l'autore non ha ceduto al ricatto di alcuna semplificazione. A volte è necessario chiedersi da dove arrivino le parole prescelte. Da quale notte di magìa abbiano tratto vitalità. Per quanto tempo si siano considerate perdute aspettando il giorno in cui mostrarsi in perfetta nudità. Non importa se alla linearità del vocabolario, la formula scelta per passeggiare tra filosofia, magia e umanità in forma di ricorso alla consultazione, a ogni concetto corrisponda una conferenza in pillole nella quale dilettarsi, dalla quale fuggire o partire alla ricerca dei rivoli fra mente e cuore, conscio e inconscio. Non importa. Il viaggiatore che voglia apprezzare lo sforzo di La Porta si scoprirà filosofo a prescindere dai suoi titoli di studio. Sebbene organizzato in forma alfabetica, questo libro di autore maturo è una appassionante autobiografia con il pregio di non scendere nei dettagli della storia come sarebbe stato più facile scriverla. È la storia dell'uomo e delle parole. Fra le pagine circola una grande chiamata di responsabilità. Il filosofo ha vinto ogni remora. Il pensatore non s'è concesso sconti e ha spedito questa fatica di seicento pagine a chi voglia cogliere l'occasione di giocare con la propria vita per come è, per come potrebbe essere, ma soprattutto per come se l'immagina. Il bello è scoprire che tutto ciò che non abbiamo fatto in tempo a imparare non è affatto perduto. Ci accompagna silenzioso aspettando d'essere compreso. Nell'ora in cui la filosofia si ricongiunge con ogni suo padre: l'uomo che abbia voglia di osservare e di ascoltare. Questa è la sapienza. Codifica di osservazione e di intuizioni. Scienza universale che ha scritto tutto eppure non ha neppure cominciato a svelarsi. Certo, per innamorarsi della filosofia e di sé non basta deciderlo. Anche perché solo due obblighi sono ammessi: il desiderio e l'amore. Il desiderio di ascoltarsi, l'amore per il prossimo.