L'atmosfera del tondino, l'odore di grasso degli stivali, ...
E poi Mauro il ternano, Enzo il fruttarolo, Giorgione e il commendatore da una parte, Ribot, Varenne, Mannsfeld con Bottoni, Camici e Cicognani dall'altra. Nomi e luoghi leggendari di un mondo «parallelo»: l'ippica. A descrivere un ambiente che ti prende l'anima, e spesso anche il portafoglio, è Bruno Santopadre, romano classe 1941, uno dei titolari di una storica Trattoria. Non solo un mago in cucina ma anche un «cavallaro» nel senso più completo della parola che si scopre scrittore per raccontare un grande amore della sua vita. «Ippica, che passione!» (Editore Gruppo Epc, 143 pag.) sono aneddoti, storie e ricordi di un puntatore...perdente, sulla sua esistenza e sugli ippodromi, tutto «condito» con una grossa dose di ironia e un pizzico di nostalgia di un tempo e di un ambiente che oggi si sta snaturando. La prefazione delle avventure del ristoratore, che già da bambino non mangiava perché aveva scoperto che il peso ideale di un fantino è 50 kg., è stata firmata da Gigi Proietti, indimenticabile interprete di «Febbre da cavallo» e «La Mandrakata». Santopadre racconta la sua esperienza personale descrivendo il mondo dell'ippica con l'entusiasmo di un ragazzo non senza tralasciare vizi e virtù di uno sport e di una passione, con il tocco disincantato di chi, forte della sua età e al di là delle scommesse perse, riesce a distaccarsi per raccontare e raccontarsi. Sar.Bir.