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La vera sfida della globalizzazione è la ricerca del bene comune

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Ha prodotto nei suoi documenti pastorali una sintesi mirabile dal punto di vista religioso, spirituale, sociale e, in senso alto, politico. È stato senza dubbio l'uomo più influente dell'ultimo quarto del XX secolo con la sua cultura, la sua dottrina, con la sua presenza, con l'affrontare direttamente i grandi problemi del momento a livello globale. Ha, in un certo senso, praticato il principio, a suo tempo enunciato, della necessità, cioè, per la Dottrina sociale di fondarsi a un tempo sui principi elaborati e definiti in sede magistrale e sulla conoscenza concreta dei problemi del tempo, in ogni parte del mondo. È necessario rispondere alle sfide dell'epoca presente con un pensiero forte, ma anche flessibile, in grado di comprendere, riducendole a unità, le contingenti situazioni. Il pensiero debole, attento ad aspetti particolari di ogni realtà, è inadeguato. (...)La società ha una sua consistenza ontologica, essa può fare ed è richiesta di fare, vale molto di più della somma, per così dire, di ciò che possono fare i singoli individui che la compongono. (...) Il diritto fissa le regole essenziali, minimali, del buon vivere civile, non le esaurisce. Le regole della politica e le sue finalità sono indirizzate dai valori morali; queste si riflettono solo per una parte nel diritto, per le regole minimali, appunto, del vivere in comunità. I fini più alti dell'uomo sono al di sopra della società e la sua dignità è di gran lunga superiore a quella di tutto l'universo materiale. L'uomo è parte della società, ma è anche un universo a sé stante, essere dotato di intelligenza e libertà in grado di mirare e ascendere a finalità più alte. È necessario per questa ascesa un aiuto dall'Alto. E dall'Alto discendono anche i fondamenti dell'etica, ma le regole etiche fondamentali sono anche scritte nella natura. (...)La Dottrina sociale, come ho ricordato, nasce con i Padri della Chiesa, fiorisce con la Scolastica, affronta le tematiche nuove, talora rivoluzionarie rispetto a precedenti assetti politici, sociali e morali, quali quelle dei secoli XVI e seguenti. Sul fondo c'è la stabilità, l'invarianza della costituzione fisica, morale, intellettuale dell'uomo. Dalla natura dell'uomo, dalle sue relazioni con gli altri, all'interno della famiglia, dello Stato, della società anche di quella allargata, internazionale, si possono trarre, seguendo criteri di ragione alla ricerca del bene comune, i principi etici che regolano la società stessa, ad ogni livello, e i principali cardini del diritto privato. Nella grande sintesi del pensiero di tutti i secoli precedenti, di ogni parte del mondo e di ogni cultura operata dalla Scolastica nel maturo Medio Evo, si ritrovano questi cardini e quei principi. Hanno sullo sfondo, in funzione di verifica e di orientamento, una visione di Fede, dedotta dalla Scrittura, ma i principi dell'etica e i cardini del diritto sono deducibili sulla base della pura ragione, mantenendo un orientamento costante a ciò che è bene per il singolo e la società. (...). I principi del diritto internazionale, le cui basi furono gettate nel XVI secolo, sono ora riconosciuti da tutti i popoli che si sono anche riuniti aderendo a organismi internazionali e sopranazionali. Ma quante violazioni, anche di recente, a quel principio fondamentale che faticosamente si cerca di affermare anche nel diritto internazionale, secondo il quale nessuno si fa giustizia da solo!(...). Nella cultura cattolica sono presenti elaborazioni compiute delle linee portanti e coerenti di un ordine giuridico e sociale che ponga le basi e le condizioni per il rispetto, anzi per l'esaltazione della dignità di ogni membro della società, individui, persone, singoli e famiglia naturale; l'unione di maschio e femmina è essa stessa una componente elementare della società a pieno titolo, come e forse più del singolo individuo; senza famiglia e senza generazione di nuovi membri della società, la società stessa muore. La grande sintesi del pensiero tomista in materia politica, sociale e per alcuni aspetti anche economica, estratta, attraverso analisi rigorose, dal grande complesso del corpo delle opere dell'Aquinate, di grande coerenza e compattezza interna, può servire per gettare le basi ideali della Costituzione di un moderno Stato democratico. (...) Mi sembra di poter riaffermare, in conclusione, che nell'attuale momento storico il problema dell'unificazione a livello mondiale del mercato della moneta e della finanza, l'interdipendenza delle attività economiche in tutti i paesi del globo, gli scambi di beni e servizi, le migrazioni, gli scambi culturali sempre più intensi, in breve tutto ciò che è permesso ed è il portato della facilità delle comunicazioni e sul cui utilizzo si inseriscono le sempre presenti forze della ricerca del profitto e la ricerca del potere, in altri termini ciò che va sotto il nome di globalizzazione e ciò che ne consegue, mi sembra costituisca l'insieme delle cose nuove da analizzare, sceverare, comprendere nelle dinamiche e negli esiti, da parte di chi continua ad avere a cuore il bene dell'umanità, lo sviluppo di relazioni pacifiche tra popoli e Stati, la pace. Sono sempre presenti atteggiamenti teorici e pratici che si concentrano nella possibilità, libera da ogni costrizione, di individui e imprese di muoversi liberamente nel campo dell'economia per il raggiungimento del bene comune. L'economista accorto sa che ciò si realizza sotto particolari condizioni e in ambiti che non sempre coprono la totalità della complessa realtà sociale. (...). È necessario dunque a opera di studiosi, esperti conoscitori della materia, approfondire i problemi e i contesti storici, raccordarsi quindi con le linee portanti del pensiero sopra ricordate al fine di esaminare le soluzioni. Il compito può essere affrontato, come ho anche sostenuto in altra sede, da specializzazioni nell'ambito delle diverse sedi universitarie, da un coordinamento orizzontale degli sforzi, necessario per la vastità e complessità degli argomenti, da un raccordo con i conoscitori dei principi e quindi con il Magistero, al fine di esplorare e proporre concrete, realistiche e nel contempo corrette linee di azione. Tra i principi che debbono guidare l'azione, ogni orientamento, ogni decisione della politica, in linea con l'insegnamento costante dei Pontefici, sta la dignità dell'uomo. E questa, secondo un punto centrale della «Gaudium et spes», acquisisce la sua pienezza quando l'uomo comprende pienamente se stesso, il suo destino solo alla luce del Mistero del Figlio di Dio fatto uomo. La Scrittura ci insegna che " l'abbondanza dei saggi è la ricchezza del mondo ". Ai giovani torno a raccomandare un atteggiamento di fiducia nei confronti del futuro. Ma il bene nasce dall'impegno. Nello studio sotto la guida di esperti occorre sapersi orientare tra l'immensa letteratura sugli argomenti qui appena toccati. Il libro di Qoelet ci avverte che " leggere molti libri stanca ". Ma anche che " il saggio ha gli occhi in fronte ". Procediamo, per quanto le nostre forze ce lo consentono, nella direzione di leggere le novità del tempo presente, sceverando le potenzialità positive apportatrici di progresso per la comunità degli uomini, isolandole dagli eccessi e dai connotati negativi in modo da dominarle intellettualmente, per volgerle, se possibile, al servizio del bene comune.

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