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QUANTUM OF SOLACE, di Marc Forster, con Daniel Craig, Olga ...

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La trama, come si riesce a intuire attraverso i ritmi forsennati da cui è avvolta, si limita a dirci di James Bond - per la seconda volta dopo «Casino Royale» con la faccia legnosa di Daniel Craig - intento per un verso a vendicare la morte di una donna amata e da cui erroneamente si crede tradito (come, appunto, in «Casino Royale»), e, per un altro, a sventare un complotto che gli oppone il cattivo di turno, un francese questa volta, interpretato da Mathieu Amalric («Lo scafandro e la farfalla»), collegato a una bieca organizzazione pronta a fare affari loschi in Bolivia, complici dittature e colpi di stato. Il film, però, non è tanto in queste vicende, dipanate solo alla svelta, quanto piuttosto negli effetti che, fin dalle prime pagine, se ne possono trarre, con l'armamentario solito dei film su 007, qui però spinto fino ai più fragorosi eccessi, con rischi gravissimi per controfigure e cascatori. Si comincia a Siena, durante il Palio, intercalando le corse dei cavalli con la prima folgorante impresa di un James Bond capace di tutto, anche a saltare da un tetto all'altro senza cadere nè farsi male e poi, via via, in un susseguirsi di altre nazioni, tra grattacieli e deserti, fracassando auto e aeroplani a ripetizione, facendosi solo qualche graffio, vincendo a pugni o con la pistola qualsiasi avversario e disposto, nei rari momenti di pausa, a tener testa ai tanti servizi segreti che gli si oppongono persino a quello di Sua Maestà cui dovrebbe obbedire e che invece, osa contrastare anche quando lo rimprovera la solita «M», interpretata per la sesta volta da Judy Dench. C'è anche il nostro Giancarlo Giannini, in un personaggio, però, che muore subito. Quanto a Craig, non può dirsi che sia simpatico.

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