L'Indocina degli anni '20 contro il colonialismo francese
Il film - come il romanzo - racconta la storia della madre della scrittrice, vedova e coltivatrice di riso in Indocina (Huppert), tra gli anni '20 e gli anni '30. Accanto a lei i due figli, il ribelle Joseph (Gaspard Ulliel) e l'adolescente Suzanne (Astrid Berges Frisbey), con i quali è costretta a lottare contro le autorità coloniali francesi. Per il regista «il gesto della madre di costruire la diga - perchè la sua piantagione è continuamente invasa dalle acque - è un gesto di resistenza nei confronti della colonia ingannatrice». Il regista che per 4 anni, durante il regime dei Khmer Rossi, è stato in un campo di prigionia, sta lavorando su un documentario sulla lingua dei Khmer e l'anno prossimo girerà un film sulle truppe americane in Cambogia: «Voglio ricostruire le tappe della storia della Cambogia e questo mio film è il racconto dell'utopia come percorso di vita e di una ribellione nei confronti dello sfruttamento e delle bugie dei colonizzatori. Per la protagonista ho pensato subito alla Huppert, ricca di grazia e di intelligenza che le permettono di trasmettere grandi emozioni». Dal regista cambogiano giunge infine un ricordo commovente nei confronti di Primo Levi: «È uno scrittore che mi ha molto influenzato ed ho una grande ammirazione per lui. Ho imparato molto leggendo le sue opere e non ho accettato che la sua morte sia avvenuta in quel modo». Huppert, il mese scorso al festival di Toronto dove il film è stato presentato, parlando del suo ruolo di donna indomita e romantica, convinta che anche «il riso abbia un'anima», aveva detto di «essere irrimediabilmente attratta dai ruoli complicati perché costringono a dare il meglio da un'attrice». Din. Dis.