«Quest'anno più affari sui film la kermesse giova al mercato»

Umberto Croppi, assessore alla Cultura del Comune, fa già i conti del Festival. Ma da qui a muovere il mercato, a fare del Festival un'opportunità in più per Roma ce ne vuole. Che dice, assessore? «Dico che il cinema è l'icona di Roma, ma all'immagine bisogna dare contenuti. In Italia manca da anni una manifestazione che raccolga i compratori, bisogna spingere l'acceleratore in questa direzione». Via Veneto è la Business Street, qui si vedono e si acquistano le pellicole da lanciare anche all'estero. Esisteva già nelle passate edizioni. «Ma quest'anno sono state raddoppiate le superfici degli alberghi, il Bernini e il Majestic, nei quali si stringono accordi commerciali. E nella multisala Barberini ci sono proiezioni destinate al mercato. Già la maggiore pubblicizzazione ha portato effetti: più dieci per cento di addetti». Nelle prime edizioni una parte della città si sentiva emarginata dalla Festa. «Ora puntiamo al coinvolgimento di tutta la capitale. Non solo il tappeto rosso all'Auditorium, insomma. Ho invitato i presidenti dei Municipi per studiare iniziative nei quartieri, anche oltre la kermesse. Il polo di Cinecittà, quello della Tiburtina già lavorano nel settore. Vanno coinvolti. Così come sale pubbliche. Faccio un esempio, il cinema Aquila al Pigneto». Ora la mondanità. Andrà alla festa brasiliana di piazza Navona? «Ancora non so. Di certo non mi perdo la premiazione di Al Pacino».