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Il cinema invade Roma Da Cronenberg ad Al Pacino una giornata particolare

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Le immagini sono state rielaborate con tecnica digitale al Centro sperimentale di cinematografia e stampate su tela. «Sono felice che la mia mostra si svolga insieme a quella degli Etruschi perché grazie ai miei fotogrammi è come essere presenti ad uno scavo archeologico del mio passato. Certo non ho la pretesa che le mie opere durino a lungo quanto quelle degli Etruschi», ha ironizzato l'autore canadese che ha inaugurato ieri la sua antologica "Chromosomes", di scena fino al 16 novembre, realizzata dal Festival internazionale del film di Roma con l'associazione Volumina. Ad accogliere Cronenberg, oltre al premio Oscar Dante Ferretti, anche il direttore generale dell'azienda Palaexpo Mario De Simone, lo staff del Festival Mario Sesti, Piera Detassis, Francesca Via, il curatore della mostra Domenico De Gaetano. «Quando lavoro al montaggio dei miei film - ha spiegato Cronenberg - mi soffermo su fotogrammi evocativi, anche al di fuori del film. M'ispiro più alla letteratura che alle arti visive. I miei film danno spazio ai concetti e alla qualità verbale e non a caso molti di essi sono tratti da opere letterarie». Il viaggio nelle «magnifiche ossessioni» di Cronenberg, tradotto in fotogrammi «geneticamente modificati» dal figlio del regista Brandon Cronenberg e protagonista soprattutto il corpo umano: «Il corpo umano è fondamentale, è l'espressione dell'esistenza. Io sono ateo, di conseguenza è essenziale concentrarmi sul corpo che equivale al nostro esistere. Ora sto scrivendo un romanzo e ho finito la regia dell'opera musicale tratta da The Fly», ha concluso il regista. Din. Dis.

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