Fabio Perugia f.perugia@iltempo.it È all'ultima pagina, ...
Giuliano da Empoli racconta dove ha già vinto il candidato democratico alla Casa Bianca nel suo acuto manuale «Obama - La politica nell'era di Facebook» (Marsilio, 12 euro). Obama è il primo politico a parlare alle nuove generazioni, con il linguaggio delle nuove generazioni. da Empoli spiega che tra lui e il resto della politica ci sono le differenze che possiamo analizzare mettendo a confronto la Apple e la General Motors, Wikipedia e l'Enciclopedia Britannica. Le differenze tra il nuovo e il vecchio. Lo studio di questo manuale spiega i motivi della candidatura del senatore dell'Illinois e la somma delle riflessioni può essere racchiusa nel fatto che «Obama non è un politico, è una rockstar». Non un nero che rivendica con rabbia i propri diritti - come un tempo accadeva -, bensì un americano che parla a un Paese, gli Stati Uniti d'America, dove oggi l'islam è la seconda religione professata, i matrimoni tra etnie diverse sono all'ordine del giorno, e dove tra pochi anni i bianchi saranno solo una delle tante minoranze. Barack Hussein Obama è il leader che parla a questa America. È nato alle Hawaii da un padre keniota e una madre del Kansas, ma è cresciuto in Indonesia. E prima ancora di un programma, presenta al suo elettorato la sua storia. Di solito i politici cercano di arrivare alla gente raccontando delle storie, simbolo degli obiettivi e dei sogni che vogliono regalare a una nazione. Obama racconta la sua storia. Ed è soprattutto grazie a questa strategia che convince le nuove generazioni sempre più propense a raccontarsi su internet, utilizzando i social network, o filmando le proprie gesta con il telefonino, o partecipando ai reality show. Non è un caso se il democratico decide di affidare gran parte del suo messaggio alle nuove tecnologie. A Facebook (uno dei social network più utilizzati al mondo), per esempio, dove parla con i suoi elettori. Giuliano da Empoli spiega che con Obama entra in politica la generazione di internet e della new economy. I successi del candidato alla Casa Bianca sono dati anche dalla capacità di sapersi identificare con gli stati d'animo delle persone. E dalla voglia di meritocrazia. Ma soprattutto dall'abbandono del vecchio concetto «confronto-scontro». Obama non cerca il muro contro muro. È un messaggio di speranza, il suo. «L'Europa ha accolto trionfalmente Obama, ma non lo voterebbe mai. E l'Italia men che meno». Dopo aver analizzato affondo le chiavi che aprono le porte della nuova politica negli States, da Empoli inizia così le sue Conclusioni, incentrate principalmente su una convinzione: alla politica italiana serve un Obama.