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Streep: «L'antidoto per non invecchiare è l'amore per la famiglia e il lavoro»

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Scandita dalle canzoni degli Abba, band che ha segnato un'epoca, la storia è quella di una madre, una figlia e tre suoi possibili padri, che s'infrangono in occasioni perdute e amori in erba, nella cornice incantevole di un'isola greca tra danze e musica. Il film, che - come ha sottolineato la stessa Streep - «nasce da una canzone svedese degli Abba, ha un titolo italiano, diventa un musical inglese e poi grazie a una major statunitense una pellicola», è costata 52 milioni di dollari e ne ha già incassati oltre 450 milioni. Per la 59enne star hollywoodiana «l'antidoto al tempo che passa è la gioia che mi danno famiglia e carriera. A volte, sento gli anni passare e, a fine giornata, c'è magari qualche dolorino alle ginocchia, ma come molte donne della mia età, ho ancora molte energie e cose da dare - ha detto ieri Meryl Streep, classe 1949, protagonista a Roma di una conferenza stampa show, interrotta spesso da scroscianti applausi -. Noi donne over 50 con gli anni diventiamo molto più consapevoli, sappiamo dare di più, amare di più e forse vogliamo anche di piu». La sua dimostrazione di enorme vitalità, la Streep la offre nel film, dove si scatena cantando e ballando sulle canzoni degli Abba, insieme a un cast d'eccezione. A chi le chiede se le valanghe di premi e le 14 nomination agli Oscar (di cui due vinti) le abbiamo mai dato il complesso di prima della classe, ha risposto: «Assolutamente no, una famiglia rimette tutto nella giusta prospettiva. I miei figli sono i primi a dirmi cosa non va in me, da una battuta detta male, ai miei vestiti, a una barzelletta che racconto e non fa ridere. A volte mi accorgo che le giovani attrici sono un po' intimidite da me sul set, ma, appena vedono che anche a me capita di dimenticarmi le battute, capiscono che sono umana». Nel musical Meryl Streep mostra doti straordinarie di cantante e ballerina, già apprezzate in «Radio America» di Robert Altman. Ma in realtà, ha confessato di sentirsi solo un'attrice. E non ha in progetto di fare altri musical, anche se è possibile che registrerà «Madre coraggio» per beneficenza, un testo che l'ha già vista protagonista in una performance a Central Park e che sarà presentato in forma di backstage documentario al Festival di Roma. Una parte, quella di «Madre coraggio», che ha accettato di fare per la bellissima «ninna nanna» che il suo personaggio canta alla figlia Catherine, contro le guerre del mondo. L'attrice, dopo due premi Oscar, ora secondo i critici statunitensi si avvicina alla quindicesima nomination agli Academy Awards per la prova data in «The Doubt», di John Patrick Shanley, con Philip Seymour Hoffman, che sarà nelle sale americane dal 12 dicembre. «Il film è tratto da un libro premiato col Pulitzer, dove c'è uno scontro molto forte tra volontà», ha spiegato l'attrice, che interpreta una madre superiora contrapposta a un prete. Mentre, a seguire, vedremo la Streep nel film «Julie & Julia» di Nora Ephron, con al centro la cuoca che ha insegnato agli americani a cucinare in modo salutare, migliorando così le loro pessime abitudini alimentari. Per Meryl Streep, la centralità nella vita pubblica acquisita dalla donna è sempre più forte, ci sono più donne in politica come al cinema, ma sono poche le critiche cinematografiche, almeno negli Stati Uniti». Di Sarah Palin, la vice del repubblicano McCain alle presidenziali americane, non dice nulla, anche se «so perché si trova in quella posizione ma no comment». E a chi le chiede per chi voterà, risponde: «Obama, naturalmente! Non c'è dubbio!». Madre di Sophie in «Mamma mia!», nella vita l'attrice ha quattro figli. Teme l'abbandono del nido da parte dei suoi cuccioli, sin dal loro primo giorno di scuola. Dalla figlia che ha studiato all'università di Bologna ha imparato, come anche il resto della sua famiglia, la parola italiana «boh», ma non ne conosce bene, fino in fondo, il significato. E aggiunge: «Mia madre avrebbe voluto fare la cantante di pianobar e una delle mie figlie vuole diventare un'attrice. L'aspirazione allo show business è di famiglia!». D. D.

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