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Trovajoli, il modesto artigiano che ama il jazz e si sente ancora un ragazzino

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All'interno, un volume con il Dvd del concerto-omaggio che il maestro ha tenuto all'Auditorium parco della musica il 28 aprile del 2007 con l'orchestra e il coro di S. Cecilia; un bel libro pieno di fotografie, ricordi di una carriera straordinaria; un'intervista fatta da Antonello Sarno e due cd con buona parte dei titoli che, tra cinema e commedie musicali hanno fatto di Armando Trovajoli uno dei grandi della musica italiana. Ieri a parlare di lui, in un clima di grande rispetto e umana simpatia, c'erano Ettore Scola («È un suscitatore di buon umore»), Pippo Baudo, Enrico Montesano («La lezione che mi ha dato per spiegarmi come si canta "Roma nun fa la stupida stasera" è un momento decisivo della mia carriera»), Carlo Giuffrè, Gigi Magni, Erminia Manfredi, Francesco Rutelli. A fare gli onori di casa erano Carlo Rossella e Giampaolo Letta, presidente e amministratore di Medusa che ha prodotto il volume, Bruno Cagli, presidente dell'Accademia di S. Cecilia, Tullio Kezich, protagonista di un divertente aneddoto su una sfortunata edizione dell'Impresario delle Smirne funestata dalla pioggia («L'avevamo curata Mario Missiroli e io, Trovajoli aveva scritto delle musiche bellissime. Andò male perchè si mise a piovere credo che sia stata l'unica prima della sua carriera in cui la critica l'ha trattato male»). A coordinare I vari interventi, Enrico Magrelli. Fedele al suo personaggio che rifugge da ogni esibizionismo, Trovajoli ha parlato pochissimo. Prima che, rivolgendosi agli amici che ne avevano tratteggiato le qualità e ricordato la carriera di concertista prodigio, di grande del jazz, di autore di colonne sonore per Risi, Scola, De Sica, Magni, delle musiche per i capolavori di Garinei e Giovannini come «Ciao Rudy», «Rugantino» e «Aggiungi un posto a tavola», dicesse, «Grazie non meritavo tanto onore, sono un modesto artigiano», si erano ascoltati alcuni momenti dell'intervista di Antonello Sarno. «Il jazz è come una bella donna: lo incontri una volta e non vuoi più lasciarlo. Per me è stato fondamentale perchè mi ha insegnato cosa sia la libertà, soprattutto in considerazione del fatto che io ho una formazione classica. Ho avuto la fortuna di suonare e conoscere alcuni grandissimi come Duke Ellington, Miles Davis, Louis Armstrong ma io in confronto a quesi qui sono un poveraccio», ha detto Trovajoli che ha parole speciali per Marcello Mastroianni e racconta del brivido provato la sera della prima di «Rugantino», quando dirigendo l'orchestra durante «Roma nun fa la stupida stasera» ha capito «che con questa canzone sarebbe successo qualcosa. All'intervallo tutto il pubblico già la cantava». Resta per lui un amore speciale per il pianoforte che continua a suonare benissimo («ma preferisco farlo a casa davanti a pochi amici, possibilmente dopo una cena alla volemose bene»). E un incontro così non poteva non concludersi al piano, dove Trovajoli ha improvvisato le note di «Roma nun fa la stupida stasera» e «Ciao Rudy».

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