Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Politici e industriali diventano viveurs. E Sgarbi gentile

default_image

  • a
  • a
  • a

Oppure il tuorlo d'uovo rotto in una ciotola, dato da Taina Muller a Kirin in Dangkou (Plastic City): in quel caso, però, lei lo propone come lubrificante. Rimaniamo al vecchio the verde salutista e antiossidante, o al ricercatissimo sorbetto al caffè offerto in questi giorni sulla terrazza dell'Excelsior, vero oggetto del desiderio dei palati festivalieri. Le occhiaie e i ritmi rallentati degli avventori della Mostra, tradiscono le notti brave del Lido che non stanno risparmiando nessuno: da Giampaolo Letta ed Alain Elkan, da Carlo Rossella instancabile ballerino in scarpe da tennis e t-shirt, a Paolo Mieli più reticente ed esternazioni di entusiasmo, ma non per questo indifferente alle scollature lagunari. Dirigenti Warner e Medusa, industriali e politici, vertici Rai in giacca e cravatta, tutti trasformati in divertenti viveurs sotto il cielo stellato del Lido. E il più morigerato, ormai, sembra Vittorio Sgarbi, galante e discreto come non eravamo più abituati a vederlo. Scappa nella notte a piedi con bionda chantosa verso l'hotel Hungaria, tenta di prendere in prestito una bicicletta perché la strada è lunga, ma l'intraprendente signora improvvisa un autostop e trova senza fatica un volontario autista per questa fuga galeotta. In notturna, l'austerity auspicata da Baratta e Muller viene meno. Ma le atmosfere truci e soporifere di tante proiezioni diurne ristabiliscono la media. A interrompere il nostro sonno ci pensano tanti applausi finali, che il Codacons definisce truffaldini, e scatta in queste ore la caccia alla claque organizzata. Un plotone di ispettori è stato sguinzagliato al Lido durante i film per smascherare i finti entusasmi. Personale codacons severo come la vigilessa che ha multato per eccesso di velocità il water taxy con a bordo Wim Wenders, Valeria Golino, John Landis. Per fortuna alle stroncature ci pensa come ogni anno Gianni Ippoliti col suo pannello accanto al Palazzo del Cinema, che rimane isola felice per i non famosi ma sinceri critici.

Dai blog