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Monicelli, «da sempre geloso di De Oliveira»

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Oltre a svelare con il suo puntuale sarcasmo: «non vedo l'ora che scompaia il centenario di De Oliveira perché è stato sempre la mia ossessione, più anziano e più bravo di me», Monicelli ha sparato anche contro Roma, «che sembra tornata indietro dal punto di vista politico e culturale di oltre 60 anni» e contro l'Italia, «una penisola alla deriva che non so dove andrà a naufragare, priva di cultura dove solo il cinema ultimamente dà qualche sussulto. L'Italia ricostruita dalla generazione del dopoguerra ha smesso di fare sacrifici e ha cominciato solo a divertirsi, hanno cominciato proprio quelli del '68, ma ora non ci sono più riserve e presto dovremo tornare ad essere tutti poveri. Nel corto mostro il quartiere romano Monti dove vivo, al civico 29 di Via dei Serpenti. Volevo raccontare un Rione di Roma, forse il più antico, che non ha la prosopopea del Barocco, con i suoi artigiani, i suoi negozi di abbigliamento curiosi e le scuole di danza e teatro. I romani sono più paciosi e meno cattivi nello spirito e nella satira rispetto ai toscani, ma sono tutti figli dei preti: in una città sempre dominata dalla Chiesa, si racconta che ci fossero diversi figli di preti che venivano adottati da gente comune e in cambio avevano la sussistenza da parte della Chiesa». Il regista Carlo Di Carlo ha poi presentato il documentario «Antonioni su Antonioni» prodotto dalla Cineteca di Bologna, a un anno di distanza dalla scomparsa del grande artista: «L'omaggio consiste nel risentire la sua voce, che non sentivamo da vent'anni», ha detto l'autore. Tra gli episodi ricordati, anche la risposta di una monaca di clausura, molto bella, alla quale Michelangelo chiese una volta cosa sarebbe successo se si fosse innamorato di lei: «Sarebbe come se tu accendessi una lampadina in un ambiente che ha già una luce immensa», gli rispose la suora. Deb. Dan.

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