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Il Milan di Sacchi e dei tre olandesi

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«La squadra perfetta» (Edito da Mondadori, 185 pagine, euro 15) è la storia di un gruppo di calciatori che per alcune stagioni è stato invincibile e di tutte le altre squadre che, prima e dopo, spesso solo per un dettaglio, perfette non sono state. È la storia di un allenatore e di uno straordinario gruppo di lavoro, a vent'anni esatti dal suo primo grande trionfo, lo scudetto del 1988. Un libro nel quale l'autore svela alcuni retroscena del Milan voluto, pensato e costruito da Berlusconi. Una squadra presa nel momento più buio della sua storia e fatta diventare grande e bellissima grazie alle idee di un uomo: Arrigo Sacchi. Un allenatore sconosciuto a molti, ma non al Cavaliere che di lui si innamorò dopo una partita di Coppa Italia tra il suo Milan e il Parma. Gli emiliani, allenati da Sacchi, con giocatori sconosciuti umiliarono ed eliminarano i rossoneri. Fu quell'incontro che fece scattare la scintilla tra il numero uno del Milan e il tecnico di Fusignano. Un rapporto, come scrive Dotto, non sempre idilliaco che col tempo diventò una convivenza quasi forzata tra i due. L'inizio di Sacchi sulla panchina rossonera non fu come previsto. Alcuni dei giocatori storici, Baresi su tutti, inizialmente non gradirono e capirono i metodi di lavoro del tecnico. Anche l'arrivo di Van Basten e Gullit non fu semplice da gestire. Come quello, l'anno dopo, del terzo olandese Frank Rijakaard, preferito da Sacchi all'argetinto Borghi amatissimo da Berlusconi. Tanti problemi che vennero superati con la vittoria, al primo tentativo, dello scudetto e poi della Coppa dei Campioni dove il Milan strapazzò per 4-0 lo Steaua Bucarest iniziando a stregare il mondo con il suo gioco. Ma nel libro si parla anche del Sacchi uomo. Un personaggio «costretto», dopo ogni partita, a rifugiarsi nella sua Fusignano per ritrovare energie e serenità. Di un uomo che dopo aver umiliato il Real Madrid e tutte le grandi d'Europa e del Mondo decise di dire basta al mondo del pallone per ritornare nella sua normalità.

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