Lorenzo Tozzi E' l'astro nascente ...

Venerdì e sabato prossimi sarà sul palco di San Pantaleo in Sardegna, a due passi dalla Costa Smeralda, per un appuntamento di qualità (all'interno della manifestazione «La Grande danza a San Pantaleo»). Quando si scopre di essere ballerina dentro? «Da piccoli: la passione sboccia quando si frequenta ancora la scuola. Io poi venivo dalla ginnastica artistica. Ancora oggi seguo alle olimpiadi la ginnastica ritmica con grande interesse». Racconti l'emozione che le dà la danza. «Difficile dirlo a parole. So solo che non potrei fare altro: mi esprimo col corpo seguendo la musica. Danza e musica sono un tutt'uno. E quando mi muovo provo emozioni grandi soprattutto quando il pubblico applaude. E' magnifico vivere in scena la vita di altri». Qualche aneddoto con i coreografi con i quali ha lavorato? «Sono giovane e non ho ricordi speciali, ma amo lavorare con Patricia Neary, storica assistente di Balanchine. Rimpiango solo di non aver mai lavorato con lui. Ma con lei è come se Balanchine fosse ancora vivo e presente». Quale coreografo è il suo preferito? «Dopo Balanchine adoro Mac Millan che ha creato poetici passi a due ( Giulietta e Manon sono i miei ruoli preferiti) con una fusione incredibile tra passi e musica. E' uno dei geni della danza di oggi ed è attuale. Tra gli italiani mi piace Bigonzetti, un artista umile, cosa rara oggi. Mi piace lavorare tanto, ma in armonia col coreografo». Ama più il classico o moderno? «Il mio spirito è più romantico, ma amo anche le coreografie astratte come Forsythe che va oltre le potenzialità fisiche. Prediligo i balletti narrativi perché mi piace trasportare le emozioni della mia vita nella danza. Ho ballato per la prima volta a 19 anni Giulietta e lo scorso anno l'ho ballata ma in modo differente. La tua persona entra sulla scena. Ho provato altre emozioni che spero di trasmettere». Cosa significa la danza per un giovane di oggi? «Non basta ballare bene. Deve avere una passione totalizzante. Il nostro è un lavoro faticoso, difficile sotto vari punti di vista non solo fisici, ma anche psicologici. Basta provare per non smettere mai». Partner preferito? «Essendo alta ho l'handicap di trovare ballerini alti. Con Grillo che è mio partner anche nella vita ci siamo ritrovati insieme: c'è un' intesa profonda. Ma se entri nel personaggio, dimentichi Marta per Giulietta». Cosa manca all'Italia per far crescere la danza? «Soprattutto più pubblicità per il teatro in genere. Bisogna fare più spettacoli e per i giovani. Mi attendo un maggior riconoscimento della danza. Sembra un mondo chiuso, di nicchia, e tanti si bloccano. Invece la danza è accessibile a tutti, è un linguaggio popolare percepibile da tutti».