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A Fabrizio, Buona Pasqua Giovanni S. (convalescente) Aprile ...

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Lo accompagnava Gaetano Afeltra Il Presidente, convalescente, era da poche settimane uscito dal Celio superando il primo "attacco" di quel male incurabile che, pochi mesi dopo, lo avrebbe definitivamente annientato. Un libro fra i tanti libri dal titolo diverso su argomenti diversi ma sempre con un taglio di "cronaca" della storia. I libri tanto amati, conservati nelle stanze della sua casa prediletta di Pian dei Giullari sulle colline di Firenze, quella "sua dimora" che racchiude il "prototipo" della biblioteca che avrebbe desiderato donare ad ogni italiano, ad ogni cittadino di questo grande Paese che amava profondamente. Oggi al Pian dei Giullari si può visitare la biblioteca con oltre centomila volumi. La villa ed i libri sono diventati patrimonio della Fondazione "Giovanni Spadolini-Nuova Antologia" che si trova sulle colline di Arcetri sopra Firenze. L'amore per l'Italia. Un amore da "patriota" come quello di un eroe del Risorgimento. Un sentimento profondo che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni: il 4 agosto 1994. Un sentimento che divideva con l'amore per i libri con i quali faceva breccia nel cuore di ogni lettore qualsiasi fosse il contenuto dell'opera che aveva in mano. Un libro; pensarlo, scriverlo, correggerlo, sentirne il profumo della prima copia consegnata fresca di stampa, dalle mani dell'editore - in quegli anni era Mario Spagnol, editore, suo amico, che a capo della Longanesi (quella fondata da Leo nel 1946) pubblicava le opere di Giovanni Spadolini-, era per lui il momento più felice che potesse trascorrere qualsiasi fosse l'ora della giornata. Non c'erano appuntamenti da uomo di governo, orari, sedute da presidente di Palazzo Madama, o riunioni che non gli permettessero di trovare un minuto di profondo raccoglimento che era rappresentato dallo stare a tu per tu con il "suo" scritto. Con il libro. "A tu per tu" un altro fra i titoli, un dei suoi Bloc-Notes - il primo uscì nel 1984 - che raccoglie le cronache dei suoi viaggi (talvolta ideali), dei suoi incontri, lungo l'arco di della vita che lo videro nelle diverse cariche di uomo di governo presidente del Senato, senatore a vita Un diario nel quale vengono trattati temi e figure della storia attuale pagine che a leggerle o a rileggerle ci descrivono "scenari" internazionali dove le riflessioni dell'autore, nel fotografare la realtà di ieri anticipano ombre e profili che di quelle immagini sono le conseguenze talvolta drammatiche del vivere di oggi. Si vada a rileggere le pagine dedicate agli incontri con Mubarak, avvenuto al Cairo durante la rappresentazione dell'"Aida" ai piedi della Sfinge, nel capitolo "Aida alle Piramidi". Il contenuto delle conversazioni "a tu per tu" fra i due uomini di stato. I temi del terrorismo, le nubi della guerra Iran-Iraq che minacciavano il Mar Rosso I nuovi rapporti con l'Unione Sovietica, l'amicizia con gli Stati Uniti e l'atteggiamento del Cairo di vent'anni anni fa, le tensioni in Medio Oriente. Questi alcuni spunti di riflessione sull'attualità dei dei diari del Direttore-Presidente-Professore. I resoconti dei viaggi a Gerusalemme a Tel Aviv, gli incontri con gli ebrei di New York avvenuti in diverse occasioni in America. Il futuro di Israele. Ci sono pagine dedicate al dialogo con il passato dove l'autore raccontando alcuni episodi della vita di Mazzini, di Garibaldi. Scrivendo di Pannunzio dello studio del direttore del Mondo a Campo Marzio, ci consegna pagine di una cronaca suggestiva in cui i protagonisti quelli di allora e quelli incontrati oggi, diventano tutti personaggi attuali partecipi di una sorta di "mischia storica" dove si sottolinea come ieri sia il padre dell'oggi ed è lì che lo storico abilmente intreccia il passato con il presente. Ecco che allora i diari del Presidente se sono la testimonianza di un uomo politico che divenne tale passando per l'università e per il giornalismo. E risulta che è il giornalista appunto che spesso prevale sulle tra anime ora citate e il giornalista in questo caso non esita a fare il cronista "in diretta", consegnando le sue esperienze al lettore per condividerne insieme, emozioni, suggestioni. Tutto questo Giovanni Spadolini sapeva trasferirlo con semplicità, nonostante il suo carattere di ragazzo timido, e sapeva suscitare popolarità attorno a se anche se qualcuno lo paragonava ad un monumento vivente, "un monumento a se stesso"…, come con crudele sarcasmo lo definiva Indro Montanelli. "Un busto di marmo consegnato alle istituzioni". Oggi a quattordici anni dalla scomparsa di Giovanni Spadolini ricordare il Presidente per il suo amore per lo scrivere non ci deve fare dimenticare il ruolo che ebbe nella cronaca politica fino all'ultimo. Fino alla decisiva votazione per il rinnovo del mandato alla guida di Palazzo Madama dove venne preferito nell'aprile del 1994 al candidato del centrodestra: un solo voto al quarto scrutinio! Una scelta che fece rimpiangere alla maggioranza di allora guidata da Berlusconi di non avere "candidato" Giovanni Spadolini. Forse Giovanni Spadolini, avrà scritto tutto su quel 16 aprile del 1994 a Palazzo Madama? Il "Direttore", avrà illustrato puntualmente la cronaca di quegli attimi trovandosi questa volta a tu per tu con la sua storia. Quella che forse fra alcuni anni rileggeremo in un ultimo diario. Ma oggi quello che è certo è che il sentimento - che lo accompagnò fino alla morte che avvenne un giovedì pomeriggio d'estate, il 4 agosto 1994 - fu il suo amore per il suo Paese per l'Italia.

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