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Un disegno attento al servizio dell'arte

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Sostenuto anche da numerosi altri interventi analoghi, ho visto il mio auspicio accolto da chi aveva l'autorità per decidere. Le sue solide motivazioni le dimostra adesso proprio il programma della 65a Mostra che Müller ha annunciato ieri, frutto di un disegno attento e preciso, sorretto da una concezione del cinema che ne mette in risalto i suoi aspetti migliori, sia nell'ambito dell'arte del film, con tutte le sue più qualificate componenti, sia in quello della ricerca e dell'informazione più colta. A cominciare dalle proposte in favore del cinema italiano, attese da tutti e a me le più care. Una ventina di titoli, nelle tre sezioni. In quella in concorso, un autore dei nostri più significativi, Pupi Avati ("Il papà di Giovanna"), che dagli anni Settanta ha dimostrato di percorrere con intelligenza e finezza le tappe più suggestive di un cinema che ha saputo sempre passare, con felici armonie, dall'intimismo alla cronaca, dall'epica al giallo. Vincendo sempre. Di una generazione più giovane, ma egualmente saldo, Ferzan Ozpetek che lo affianca con "Un giorno perfetto" dal bel romanzo della Mazzucco, seguito da altri due autori di qualità serie, come marco Bechis ("Bird Watchers") e Pappi Corsicato che, quest'ultimo, con "Il seme della discordia", continuerà certamente quelle sue ricerche sul linguaggio che ce lo avevano fatto apprezzare anche di recente in "Chimera". Con la gioia di incontrare, fra i tanti fuori concorso, anche il più recente Monicelli, grazie a un suo documentario su Roma ("Vicino al Colosseo...c'è Monti"). A coronamento delle proposte italiane, il Leone d'oro alla carriera per il nostro grande, grandissimo Ermanno Olmi, il Poeta che, fin dagli inizi, quando ancora si dedicava al documentario (come dice di voler fare oggi di nuovo), ha dedicato al cinema un'attenzione sempre in meditato equilibrio fra il simbolo e la realtà, non trascurando lo spirito. Con esemplare rigore. Suggestivi, anche solo a leggerne i nomi, gli autori dei tanti film stranieri in concorso. Dal giapponese Takeshi Kitano, in compagnia del suo celebre connazionale Hayao Miyazaki, mago dell'animazione, all'americana Kathryn Bigekow che, fuori concorso per la serata inaugurale, avrà vicini altri due americani celebri, i fratelli Coeh con "Burn After Reading", mentre, in concorso, avremo ancora da Hollywood Jonathan Demme ("Rachel Getting Married"), con un francese di qualità, Barbet Schroeder, "Inju, la Bête dans l'Ombre", e un notissimo, premiatissimo tedesco, Werner Schroeter ("Nuit de chien"). Con grandi nomi anche nel settore dei documentari (addirittura Manoel de Oliveira e Aghès Varda) e con la possibilità, nella sezione Orizzonti, di incontrare ancora un Pontecorvo a Venezia, Marco, il figlio del nostro indimenticabile Gillo (con "Pa-ra-da"). Tanti nomi illustri, tanti film che suscitano subito un gran desiderio di vederli. In passato, di fronte a programmi di questo tipo, con molte speranze. Quest'anno con molte certezze.

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