Il femminino fa ancora paura e a volte le donne di oggi non ...
La sua ultima fatica, "Le due donne del Partenone" edito in Italia da Bompiani, arriva in questi giorni nelle librerie del nostro Paese e ancora una volta al centro ci sono due donne, separate da 23 secoli ma unite da molte caratteristiche chiave: Aspasia, schiava e poi amante di Pericle nell'Atene del V secolo a.C., e Mary Nisbet, sposa nell'Inghilterra di inizio Ottocento di quel Lord Elgin che portò a Londra i fregi del Partenone. Storie parallele dunque, che vorrebbero anche mostrare alle donne di oggi «come è cambiata la condizione femminile rispetto al passato». A Milano per presentare il nuovo romanzo, Essex si è soffermata sul tema dell'emancipazione femminile: «Credo che oggi la cosa migliore per le donne sia la legislazione, almeno negli Stati occidentali si hanno gli stessi diritti degli uomini, nonostante i problemi culturali che restano». Problemi che anche la letteratura può aiutare a superare: «La mia speranza - ci ha detto Karen Essex - è che leggendo il mio libro le donne capiscano come era la vita nel passato e apprezzino quello che abbiamo conquistato. Nell'arco di un periodo storico breve c'è stato un grosso cambiamento. Alle ragazze di oggi che non vogliono definirsi femministe dico che la loro libertà è molto recente e può essere portata via in pochissimo tempo». Karen Essex parla di una paura del femminino che resta ancora attuale, come lo era nei secoli passati: «È difficile per me capire cosa faccia così paura nelle donne, ma è una paura reale. Le amazzoni e le streghe sono state combattute come simboli del potere femminile e anche nei periodi illuminati non venivano mai presi in considerazione i diritti delle donne». La scrittrice vede «paure istintive legate all'inconscio collettivo». Critica nei confronti della guerra in Iraq e in particolare della «mancanza di rispetto» mostrata da Bush nei confronti della madre di un soldato ucciso che per mesi ha aspettato il presidente fuori dal suo ranch, la scrittrice ammette di aver pensato spesso al conflitto in Medio Oriente mentre scriveva il romanzo. «La storia - ha detto - è piena di vicende nefaste legate alle guerre fallite». Din. Dis.