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Rondi: «Unirò spettacolo e cultura in nome del grande cinema italiano»

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Non ci sarà una madrina ufficiale della manifestazione, ma ogni sera una diva diversa sfilerà sul tappeto rosso. Mentre verrà mantenuto il contatto con il Tribeca Film Fest di Robert De Niro. Questi i punti del regolamento della terza edizione della kermesse cinematografica capitolina in programma dal 22 al 31 ottobre. Il budget per realizzare l'edizione 2008 sarà di 15 milioni e mezzo di euro (contro i 17 milioni dell'anno scorso). La Selezione Ufficiale sarà suddivisa in Anteprima (che prende il posto della sezione Premiere con 12 film) e Cinema 2008 (nome del nuovo concorso con 8 titoli), in cui verranno raccolti i lungometraggi inediti in Italia se italiani ed egualmente inediti, se stranieri, ad eccezione del proprio Paese di origine. Ai vincitori andrà il premio Marco Aurelio d'Oro, votato da tutti gli spettatori, e il Premio della Critica al miglior film, alla migliore attrice a al migliore attore votati da una Giuria internazionale di sette membri, presieduti dall'italiano Edoardo Bruno. Ci saranno anche le sezioni L'Altro Cinema (ex Extra), L'Occhio sul Mondo (ex Focus) e Alice sulla Città. Restano i direttori, Mario Sesti, Giorgio Gosetti, Teresa Cavina, Gianluca Giannelli, coordinati da Piera Detassis. Grandi gli omaggi al cinema italiano. A cominciare dagli eventi dedicati ad Alida Valli, a Dino Risi e a Nino Manfredi. Il neo presidente non smentisce quindi la sua missione per il cinema italiano che persegue ormai da 60 anni, in varie vesti. Citando il suo grande amico Renè Clair, Rondi ha poi sottolineato che il festival capitolino «coniugherà spettacolo e cultura, lasciando alla carissima Mostra del Cinema di Venezia la scelta del film d'arte. Anche il sindaco Gianni Alemanno aveva chiesto di dare più spazio al cinema italiano e meno ai costosi divi d'Oltreoceano, e di creare un collegamento con i David di Donatello. Richieste alle quali Rondi, fondatore di cinque festival, per sei anni direttore della Mostra del Cinema di Venezia e per cinque della Biennale, ha dato la sua risposta. «Il cinema italiano è la mia missione, avendolo attraversato dal Neorealismo ad oggi. Ora si sta chiudendo una felice stagione per la cinematografia nazionale che da sempre ho cercato di sostenere. Non posso e non voglio però intervenire nel giudizio dei cinque direttori artistici delle sezioni, che hanno totale autonomia. E non credo che si facciano fuorviare da principi di nazionalità. Mi sono raccomandato solo che non ci siano tanti film come l'anno scorso, perché come critico ho avuto problemi a seguirli tutti. È stata poi un'equivoco l'ipotesi di accorpamento con i David, semmai ci sarà una sinergia, le cui modalità sono ancora da studiare: il premio viene assegnato a maggio, mentre il festival è a ottobre e le date non sono avvicinabili. Non ci sarà concorrenza nemmeno con il festival dell'amico Nanni Moretti, perchè presenta opere prime e seconde. Ci tengo a fare un incontro sugli Stati Generali del cinema, coinvolgendo tutti i protagonisti del settore per vedere dove va la nostra settima arte e per studiare come far fronte alla piaga della pirateria. A Venezia nel '71 fui rimproverato perchè per la prima volta feci stendere un tappeto rosso: ma non è solo un elemento mondano, il red carpet serve a sostenere il cinema». Tra gli ospiti sono attesi Michael Cimino, che presenterà le più belle scene di ballo del cinema mondiale e David Cronenberg, al festival con una raccolta di inquadrature dei suoi film trasferite su tela. Ci saranno poi premi alla Carriera ad autori viventi. Le proiezioni per la città «aumenteranno»: oltre che all'Auditorium di Renzo Piano (dove sarà allestita anche una mostra sul '48), sarà coinvolto il cinema Metropolitan, la zona vicino a Piazza Barberini per il Mercato Italiano del Film (ex Business Street) e, per alcune mostre, il Palazzo delle Esposizioni. Insomma, «sarà un festival per la città, in linea con il mio predecessore Goffredo Bettini, che saluto con affetto e stima».

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