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Sabrina Ferilli: «Il cinema è un cavaliere bellissimo»

Sabrina Ferilli e Micaela Ramazzotti

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Il cinema mi ha regalato tanto, anche quello che la mia famiglia per motivi economici non mi ha potuto regalare. Il cinema mi ha arricchito, mi ha fatto viaggiare, mi ha regalato vacanze, mi ha soprattutto istruito. E poi io sono innamorata del cinema e il cinema è innamorato di me. Ed ho anche nella mia testa una figura definita chiara del cinema, un cavaliere bellissimo». Una donna che dalla vita ha avuto tanto, le manca qualcosa? «Oggi non mi manca davvero niente. Ho ancora tanti anni davanti per poter realizzare altri miei progetti che sono più civili che personali. Sotto il profilo personale ho avuto dalla vita davvero tanto e quando si hanno tanti regali dalla vita credo sia giusto e necessario guardarsi anche intorno». Attrice e anche produttrice da qualche tempo, vorrebbe inventarsi un nuovo mestiere? «Mi sembra giusto produrre anche altri spettacoli. Mi è stato riconosciuto da tanti ciò che ho fatto sinora. E credo sia arrivato anche il momento di mettere a disposizione alcune mie energie e parte di soldi guadagnati per altri attori, altri registi e altre produzioni». Alterna con successo e versatilità cinema pubblicità teatro fiction televisiva e non è ancora ostaggio di nessun genere di spettacolo. Un suo merito un caso una necessità? «Questo credo sia forse oggi uno dei miei punti fermi, la mia forza, lo dico con umiltà. Recitavo per il cinema e il grande Garinei mi consigliò la commedia musicale, mi ci buttai dentro, tanti anni al Sistina. Un bel ricordo. Credo nella televisione. Do tanta importanza al nazional popolare. E tramite la televisione e le sue fiction mi son fatta conoscere da tantissimi». È stata sempre libera? «Nelle mie scelte sono stata sempre libera. Non saprei fare altrimenti. Ho deciso di fare televisione, cinema d'autore e anche cinema popolare. L'ho sempre voluto io. Questo vale credo nella vita professionale, ma anche nella vita privata. Il coraggio alla fine è sempre premiato». Vita professionale vita privata, quale predilige e privilegia? «Nel passato ho veramente dato una grande importanza al percorso professionale, pensavo fosse giusto così. Dovevo scegliere quel percorso. Oggi è giusto dare importanza anche agli affetti. È il momento in cui si può cercare di realizzare anche un percorso privato. È l'età che lo consiglia». E l'amore? «L'amore è un elemento importantissimo nella vita di ognuno di noi, una cosa davvero assoluta. Penso anche che ognuno di noi nell'amore non può riscattarsi da tutto». È difficile essere vicino a Sabrina Ferilli? «No. Io sono esattamente come mi presento e come la gente mi conosce». Bella, bellissima ma la bellezza a volte può essere un mestiere? «Sì. A volte è anche un mestiere, diventa un valore, un dato di fatto, e quindi la bellezza fa controllata e coltivata». Il cinema italiano premiato a Cannes, un periodo florido. Contenta, tutta la vita davanti un successo di critica e di pubblico... «Sono felicissima. Sostengo da tempo che nel nostro Paese c'è una nuova generazione. Tantissimi giovani che hanno rotto le catene con il passato. Il cinema tocca temi sociali e anche temi di denuncia. Il linguaggio è giovane e non è per niente politicizzato». Prossima stagione ancora teatro? «No. Ho prodotto uno spettacolo interessante interpretato da Benedicta Boccoli e Sebastiano Somma, regia raffinata di Giorgio Albertazzi. Lo spettacolo "Sunshine" sarà a Roma al teatro Vittoria». Crede in Dio? «Baricco ha scritto qualcosa di stupendo "Non so se esiste ma c'è". Dio è presente nelle nostre conversazioni, nella nostra sfera emotiva, nei nostri pensieri. Tutto ciò vuol dire che esiste Dio». Quando comincia e quando finisce una storia d'amore? «Le storie d'amore anche quelle che si interrompono in maniera burrascosa non finiscono mai. Ed è sempre bello quando cominciano».

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