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«Strega», ultime grandi manovre. Favoriti Rea e Giordano

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«Alla cabala non credo e il calcolo delle probabilità non sempre è esatto», replica l'anziano autore, che ha lasciato Napoli nel '57, vive a Roma, ma che con il romanzo in corsa per il massimo premio letterario italiano torna a fare i conti con la propria città, «in un'altalena di abbandoni e ritorni che è di tutti i napoletani», spiega. La vigilia è densa come sempre di grandi manovre. Mondadori lavora come un panzer per il suo giovane autore pigliatutto (in cinquina pure al Campiello) rastrellando i voti della consociata Einaudi, in finale con «Non avevo capito niente» (altra storia ambientata a Napoli) di Diego De Silva, a quota 58. Approfittando del duello Rea-Giordano, si dà da fare Feltrinelli per Cristina Comencini che ha ottenuto 51 voti con «L'illusione del bene». Defilata Lidia Ravera («Le seduzioni dell'inverno», Nottetempo, 35 voti). Difficile il pronostico. Con un ma: a chi dice che la vittoria del ventisettenne Giordano sarebbe il segno del cambiamento dello «Strega», per il primo anno diretto da Tullio De Mauro dopo la scomparsa di Anna Rimoaldi, capace di influenzare molti dei 400 votanti, c'è da obiettare che tanta novità non c'è. Giordano è sì al primo romanzo, ma dietro ha il colosso Mondadori, che con Ammaniti ha vinto pure l'altr'anno. Li. Lom.

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