GARDNER OF EDEN, di Kevin Connolly, con Lukas Haas, Erika ...
Questo infatti, tutto sommato, è l'itinerario psicologico e pratico percorso dal protagonista, Adam, un ragazzotto di 25 anni che vive in una cittadina del New Jersey, così scriteriato e scombinato che, oltre a non far nulla nella vita, è riuscito a farsi espellere dall'università perché depresso con delle prostitute e così perseverante nei propri errori da farsi addirittura cacciare di casa dai genitori irritati oltre ogni limite. Una sera, però, avendo deciso, tra le altre sue imprese fuori dalla norma, di aggredire il primo uomo che incontrava, scopre di essersela presa con un ribaldo che aveva appena violentato una ragazza. Di colpo eccolo diventato un eroe, stampa, opinione pubblica, gli stessi genitori adesso pronti a raccoglierlo fieri. È bella la gloria e Adam, di punto in bianco, dimesse le sue abitudini sempre fuori dalla norma, ne assume delle altre, anche queste fuori della norma e spesso contro la legge, ma allo scopo, adesso, che ritiene nobile, di ripulire la sua città da tutti i crimini che vi si verificano soprattutto la notte, ad opera, ancora una volta, degli stupratori e, dato che c'è, anche degli spacciatori di droga, in modo particolare quelli che esercitano il loro turpe mestiere in prossimità delle scuole. Ne vedremo così delle belle. La storia l'ha scritta uno sceneggiatore abbastanza noto, Adam "Tex" Davis, l'ha realizzata, esordendo dietro la macchina da presa, un attore, Kevin Connolly, che si era visto di recente in "Rocky V" a fianco di Sylvester Stallone, e tra i produttori ha addirittura Leonardo DiCaprio che, evidentemente, ci ha creduto. Non sbagliando del tutto perché quella curiosa peregrinazione del protagonista dal male al bene (ottenuto però con altro male) ha dei tratti psicologici che possono convincere. Intanto per il disegno attento delle molte ombre e delle poche luci di quel carattere al centro e poi per la rievocazione fra l'umoristico e il drammatico, di quella comunità quasi di provincia che si muove intorno, specie a livello di bande giovanili, ma anche all'interno di nuclei familiari in cui si possono cogliere qua e là delle notazioni di un certo significato. Sostiene il peso di tutta l'impresa un giovane attore, Lukas Haas, che aveva cominciato a farsi apprezzare da bambino nel film di Peter Weir, "Witness" (Il testimone). Qui ha barba e baffi, e li esibisce con discrezione.