«Da bambino? Volevo fare il Papa»
Sono davvero soddisfatto. Un cast di bravi attori. Forse si può parlare anche di un film corale». Da Sassari a Roma, quanta strada... tanti sacrifici? «Certo. Chi nasce a Sassari non può pensare di avere successo in un mondo meraviglioso e difficile come quello del cinema. Mi ritengo un uomo fortunato. Mio papà era impiegato alle poste, mia mamma maestra elementare. Un fratello che non ha fatto il mio stesso lavoro. Per me era davvero una scommessa». E come è riuscito? «Da piccolo amavo il cinema e la politica. In un momento particolare della mia giovinezza ed adolescenza ho capito che il cinema aveva preso sopravvento sulla politica. Eppure le mie aspirazioni da bambino variavano dal pompiere al prete e al Papa. Quindi avevo in me una certa pulsione nel dirigere». A scuola bravo? «Ho studiato in un famoso liceo classico di Sassari frequentato da nomi importanti come Berlinguer e Cossiga. Gli anni della scuola sono stati anni di contestazione e di scioperi. Solo il cinema mi distraeva dalla lotta ideologica. Mio papà avrebbe voluto un figlio avvocato un giudice o un notaio. Io mi sono laureato ma ho fatto altro». Come è arrivato al cinema? «Era l'anno 1980 mi sono trasferito a Roma, volevo capire se cerano possibilità di lavoro nel mondo del cinema, non conoscevo alcuno. Giravo per le strade della Capitale, lessi un manifesto che promuoveva un dibattito alla Casa dello Studente sulla crisi del cinema italiano. Ho partecipato a quel dibattito e con tanti altri ragazzi ho cercato di partecipare anche all'apertura di una scuola proprio per il cinema. Abbiamo cominciato in trenta. La scuola di cinema della Gaumont fondata da Renzo Rossellini. E poi il primo esordio nel 1985. La scuola è stata una manna, tanti talenti. Ho conosciuto Sergio Rubini Daniele Lucchetti e tanti miei bravi colleghi». A volte si diverte a fare l'attore? «È solo e soltanto un puro divertimento, mi va di interpretare piccoli ruoli in film di altri registi. Non sono un attore mi piacerebbe essere definito un buon regista». E con Nanni Moretti in «Caos calmo» come è andata? «Nanni Moretti ha tanti pregi e tanti difetti». Antonello non ha ancora deciso di sposarsi? «Per ora no. Il cinema non me lo ha permesso, alcune delle mie fidanzate hanno ceduto alla concorrenza del lavoro. Comunque per ora mi consolo con tanti bei ricordi». Il cinema italiano come sta? «Credo attraversi davvero un buon periodo. Speriamo ancora di avere tanti successi di pubblico e di critica. Gli autori italiani meritano il successo».