La liberazione sessuale della sindachessa non piace ai bacchettoni della sinistra
Clara Caverzan, un po' più di quarant'anni portati strepitosamente, è alla guida di una giunta di centrodestra composta da Fi, An, Lega Nord, Udc e Lista Civica «La Scorzè che vogliamo». Il centro del quale è sindaco è il classico nucleo operoso del Nordest, diciassettemila abitanti, non lontano da Venezia, un certo ordine amministrativo, non molto diffuso in Italia, un sindaco (lei, la Caverzan) che riceve chiunque abbia qualcosa da dirle tutti i martedì dalle 10 alle 12. Del Nord Italia il sindaco ha però individuato alcune contraddizioni: troppo amore per il denaro, poca attenzione per i rapporti umani, che, politica a parte, ha concretizzato in un libro: «Desideria», pubblicato da Editing Treviso. È la storia di una trentenne che si racconta: è cresciuta dalle suore, ha attraversato la rivoluzione sessuale del Sessantotto, poi è giunta a un matrimonio più di comodo che d'amore. Una situazione che la porta ad una serie di incontri sessuali con diversi partner. Insomma un romanzo, bello o brutto lo decideranno la Storia e i lettori che, a dire il vero, un verdetto positivo l'hanno già dato, visto che il libro è andato a ruba e ora si prepara la seconda edizione. L'altro giorno in paese è stato distribuito un volantino, firmato dal locale Pd, per chiedere che «la sindachessa» Caverzan «torni a casa». In particolare è criticata la partecipazione del primo cittadino ad alcune interviste per parlare del libro «con la fascia tricolore assistita dal capo dell'ufficio tecnico comunale». Accuse respinte al mittente dalla casa editrice che in un comunicato spiega che la Caverzan «non indossava la fascia tricolore e il tecnico comunale la accompagnava in qualità di amico personale». L'autrice, parlando del libro, ha spiegato che la sua protagonista «deve fare i conti con una famiglia chiusa, tipica del Nordest, una famiglia votata all'apparenza, non certo a quello che si è, nella quale credeva di potersi esprimere, mentre in realtà ha sposato soldi e suoceri. Nonostante la rivoluzione femminile e il femminismo - ha detto inoltre - ancor oggi non si riesce a parlare di sesso in maniera naturale, pare impressionante che un sindaco scriva di sesso, ma non siamo nel Medioevo, speriamo non mi mettano al rogo». Nel romanzo, ha aggiunto, «niente di autobiografico, quella madre non è mia madre, il marito non è mio marito, però i personaggi sono presi dalla realtà. L'unica al suo posto è la nonna, che è mia nonna, l'unica persona alla quale avrei il coraggio di far leggere il libro senza paura di critiche moraliste o ipocrite».