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Maria Grazie Cucinotta: "Il lavoro più importante? Fare la mamma"

Maria Grazia Cucinotta

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Le piace ripercorrere le aspettative dell'adolescenza grazie al film «Uranya», recentemente girato in Grecia con Costas Kapakas e in uscita nelle sale per il 13 giugno. Nei panni della bellissima donna che dà il titolo alla pellicola, l'attrice ha rivissuto le sue antiche emozioni apprezzando la freschezza e l'ingenuità dei cinque ragazzi di un villaggio greco che nel luglio del 1969 sono indecisi se procurarsi il fatidico incontro con chi sa come rendere felici gli uomini o se acquistare un televisore per vedere il primo uomo scendere sulla luna. E la sua maturità di oggi la invita a godersi sempre di più la vita e a lanciare questo messaggio a tutti coloro che la stimano. Cosa l'ha convinta ad accettare il ruolo di Uranya? «Quando lessi la sceneggiatura mi appassionai subito perché parlava di sogni. Sono cresciuta in un quartiere povero e avevo soltanto le mie speranze per il futuro: chiudevo gli occhi e tutto mi sembrava possibile. Non ho mai smesso di sognare e ora sono addirittura arrivata a fondare una mia società di produzione. Se metti di sognare, smetti di vivere. Mi auguro che Uranya inviterà la gente a sognare, facendola ridere e tornare all'infanzia come è accaduto a me». C'è qualche momento di questa avventura cinematografica che ricorda più volentieri? «Questo film è stata un'esperienza incredibile, diversa da tutte le altre: è un sogno diventato realtà. Creta mi ha riportato alla Sicilia in cui sono nata. Le persone sono solari e aperte, qualità che amo molto e di cui abbiamo bisogno in quanto tendiamo a dimenticare cosa significhi davvero vivere». Nel film «Uranya» è in competizione con un televisore. Come giudica il piccolo schermo? «È un ottimo compagno anche se è importante saper scegliere i programmi. Preferisco comunque il cinema perché è un'arte che si può gustare insieme con un piacere collettivo». Ha compiuto molta strada. In quale direzione vuole camminare ora? «La mia priorità è stare accanto alla mia bambina di sei anni che mi permette di osservare il mondo con il suo sguardo innocente. Intendo continuare la mia attività professionale sia recitando sia producendo pellicole con un cast tecnico e artistico interessato a un lavoro di qualità dai costi non proibitivi, ma soprattutto desidero impegnarmi come ambasciatrice per il programma alimentare mondiale. Se sei di moda sei utile all'umanità: non è carino però mi sprona a sfruttare la mia popolarità per il bene degli altri». Quanto è cambiata negli anni? «Ho migliorato il rapporto con la mia femminilità: ho preso coscienza col tempo delle mie possibilità superando i disagi e gli impacci della gioventù e scoprendomi una donna forte e serena».

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